Nunzio Giangrande parla della vicenda Lost Pay, nella quale è coinvolto
MONREALE, 11 settembre – "Credo nella giustizia e nella magistratura, ma non ho mai avuto 180 conti correnti, meno che mai 30 milioni di euro". Si difende così Nunzio Giangrande, monrealese, indagato nell'ambito dell'inchiesta "Lost Pay".
L'indagine, alla vigilia della sua conclusione, lo vede al momento al centro di una vicenda, scoppiata nel marzo del 2013, anche se l'indagine era stata avviata nell'ottobre del 2012 e che, paradossalmente, trarrebbe le sue origini anche da alcuni esposti presentati dallo stesso Giangrande, addirittura nel marzo di quell'anno.
"Presso il mio conto corrente di poste italiane – afferma il titolare di Servizi Postali – non sono stati trovati trenta milioni di euro, in quanto non è mai esistita una tale giacenza, come si evince dagli estratti conto. Tutto il 'lavorato' della mia azienda veniva consegnato presso gli uffici di Poste Italiane con le relative somme. La Servizi Postali - aggiunge Giangrande - svolgeva solo attività di faccendato e di consegna. Non ho mai avuto 180 conti correnti, bensì uno presso poste italiane .
Ho presentato dal lontano marzo del 2012 diversi esposti alla Procura della Repubblica di Palermo e diverse querele su fatti illeciti notati ed accaduti. Credendo nella Giustizia e nella magistratura – conclude – attendo l'esito delle indagini e sono pronto a rispondere sulla mia estraneità a tali fatti accaduti. I giornali hanno citato somme di danaro poste a sequestro. Orbene, qualora tali somme esistano dovrebbero essere restituite agli utenti danneggiati".