La rimonta dei sardi, da 3-0 a 3-2, non basta
PALERMO, 21 settembre – Sono bastati quindici minuti di fuoco e fiamme per avere ragione del Cagliari e tornare a sorridere, ma quanta fifa nel finale. Il Palermo vince per 3-2 la sfida tra le Isole grazie ad un avvio spumeggiante seguito, però, da un finale col cuore in gola.
Sembrava tutto liscio, tutto facile e soprattutto tutto già chiuso. La squadra rosanero vinceva per 3-0 quando mancava meno di un quarto d’ora alla fine. Ed invece un improvviso calo di concentrazione, diciamo pure un black-out ha riaperto una partita che era già da tempo in freezer. Un attacco vero e proprio alle coronarie dei tifosi palermitani, che già da qualche minuto sbadigliavano, guardando l’orologio e sperando che girasse in fretta.
Però, minuti finali a parte, il match ha detto che il Palermo è squadra viva, vivace ed efficace, soprattutto se in grado di giocare con tranquillità. Tutto questo i rosanero lo hanno fatto per gran parte della partita, mettendo alle corde un Cagliari che è sembrato lontano parente di quello che era arrivato al Berbera a punteggio pieno.
Merito dei rosanero rapidi e brillanti come nelle migliori giornate. Poi, quando c’è stato da amministrare, il Palermo ha mostrato tutte le sue pecche e tutti i suoi limiti. Adesso mettiamo fieno in cascina, comunque, perché quest’anno, malgrado questo brillante avvio casalingo, lo scetticismo di pubblico e critica non si è ancora cancellato.
Il Palermo va in vantaggio quando sono passati solo 15” dal fischio d’inizio. Lo splendido gol di Zahavi, quindi, si candida a diventare uno dei più “rapidi” della storia rosanero. L’israeliano prende palla sulla trequarti sinistra, avanza e spara un destro a giro, che incoccia l’interno del secondo palo e si insacca alle spalle di un esterrefatto Agazzi.
Che sia serata sì per il Palermo lo si capisce al 15’, quando segna pure Bertolo, che riceve in area da Miccoli, fa un movimento da fuoriclasse e con un bolide di destro fulmina per la seconda volta il portiere cagliaritano.
Insomma, in un inizio migliore il Palermo non poteva sperare. Un doppio vantaggio, già dopo un solo quarto d’ora, frutto di una supremazia netta sul piano tattico ed atletico ed agevolata, va detto, da una condotta difensiva del Cagliari a tratti imbarazzante. Le occasioni fioccano. Ancora Zahavi, assoluto protagonista del primo tempo, fallisce il terzo gol in almeno due occasioni. Ma è Miccoli, al 32’ a mangiarsi un gol fatto, quando, dopo aver sottratto il pallone a due avversari che cincischiano al limite dell’area cagliaritana, si presenza solissimo davanti ad Agazzi, ma indirizza di un niente a lato. Il Cagliari si fa vedere soltanto nel finale di tempo, con Conti (37’) e Nainggolan (44’): per entrambi i centrocampisti rossoblu, però, la mira è imprecisa.
La ripresa, però, si apre sotto il segno del Cagliari, troppo brutto nel primo tempo per essere vero. Al 5’ Nenè con un gran colpo di testa costringe Tzorvas ad una parata d’istinto, poi al 16’ un bolide di Thiago Ribeiro, spolvera la traversa. Qulacosa in più di un fuoco di paglia per gli ospiti, anche perché il Palermo, pur confuso, non trema. Anzi, al 31’ un coniglio dal cilindro tirato fuori da Miccoli su calcio di punizione da posizione defilata equivale al 3-0 tra gli applausi del pubblico.
Le emozioni non sono ancora finite ed il Cagliari accorcia grazie ad una punizione astutadi Daniele Conti, che sfrutta il cattivo posizionamento di Tzorvas e sigla il 3-1. Qualche minuto dopo Nainggolan inventava con un’azione personale, il gol del 3-2 che faceva aumentare le pulsazioni del pubblico del Barbera, ma che, fortunatamente, non cancellava la vittoria dei rosanero.