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Amarcord, 40 anni fa l’Italia vinceva la Coppa Davis che rischiò di … disertare

| Enzo Ganci | Altri sport

Le forze politiche di sinistra non volevano spedire i nostri tennisti nella terra di Pinochet

MONREALE, 18 dicembre – Quarant’anni fa l’Italia del tennis, imponendosi sul Cile, conquistava la Coppa Davis, unica volta nella storia italiana di questo sport, in cui la nostra nazionale riuscì a mettere le mani sulla mitica “insalatiera" d’argento. Un trionfo che, ancora oggi, gli appassionati di sport non più “verdi” ricordano con tanta emozione.

Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, i quattro moschettieri del tennis azzurro, con Nicola Pietrangeli capitano non giocatore, sono nomi che oggi ai giovani magari dicono poco, ma sono certamente atleti che sono entrati a far parte di prepotenza della storia del tennis italiano.
Giocatori che, anche negli anni successivi, hanno regalato tantissime emozioni ai tifosi della racchetta, mantenendo l’Italia del tennis sempre in posizioni di elìte a livello mondiale.
Eppure quel trionfo, come forse ancora in tanti ricordano, rischiò di sfuggire agli azzurri per motivi extra sportivi. L’Italia, infatti, fu sull’orlo di un clamoroso boicottaggio della finale di Davis per motivi politici. Una brutta prassi che spesso tante nazioni hanno attuato, svilendo il valore dello sport che dovrebbe stare a debita distanza dalla politica e che una volta nell'antica Grecia, serviva anzi pure a fermare le guerre. Il riferimento è, ad esempio, ai boicottaggi incrociati delle Olimpiadi, che in passato hanno visto i due blocchi contrapposti (Est-Ovest) farsi sgarbi reciproci e disertare i Giochi, dando una spiacevole testimonianza dell’utilizzo distorto delle competizioni sportive, piegandole a logiche che di sport non hanno nulla.

Per quel che riguarda l’Italia, che invece ha sempre preso parte alle Olimpiadi (anche se nell’80 a Mosca la spedizione azzurra si presento’ soltanto sotto il vessillo del Coni), l’unico precedente significativo riguarda proprio la disputa di quella finale di Coppa Davis targata 1976.
Giunta per la terza volta nella sua storia tennistica alla sfida conclusiva per la conquista dell’insalatiera, la squadra azzurra si trovo’ di fronte ad un acceso dibattito politico perche’ in quella circostanza l’avversario era il Cile del dittatore Augusto Pinochet.
L’Italia aveva inanellato un percorso fantastico, eliminando, tra l’altro, la Gran Bretagna sull’erba londinese nella finale europea e poi sul rosso del Foro Italico la fortissima Australia di John Newcombe e Tony Roche, nella semifinale “Interzone”.
Il Cile, invece, aveva passato “a tavolino” l’ultimo ostacolo prima della finale, per la rinuncia dell’Unione Sovietica, che aveva disertato la sfida proprio per ragioni politiche.

L’opinione pubblica si divise subito tra favorevoli e contrari alla trasferta cilena. Le forze politiche di sinistra volevano ad ogni costo impedire che i nostri tennisti giocassero in un paese governato da un dittatore golpista.
La sede della Federtennis fu invasa e devastata da gruppi di facinorosi, che agivano al grido di “non si giocano volé contro il boia Pinoche’!”. Adriano Panatta, che quell’anno aveva gia' trionfato agli Internazionali d’Italia ed al Roland Garros di Parigi e che aveva raggiunto il quinto posto nella classifica mondiale, affermo’ che avrebbero dovuto togliergli il passaporto per impedirgli il viaggio. Nicola Pietrangeli, capitano non giocatore della squadra azzurra, fu accusato addirittura di fascismo, ma si mostro’ sempre fermo e deciso a voler giocare contro il Cile.

Fortunatamente per il nostro tennis, alla fine prevalse la linea favorevole, quella intenzionata a non intersecare le vicende politiche con quelle sportive. L’Italia volo’ a Santiago a giocare una finale che la vedeva nettamente favorita.
Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli portarono a casa il piu’ prestigioso trofeo tennistico a squadre – unico, fin qui, della nostra storia – sbarazzandosi senza nemmeno faticare troppo contro Fillol e Cornejo, i piu’ forti tennisti cileni dell’epoca.
Per la cronaca il punteggio finale fu di 4-1 per l’Italia. L’unico punto cileno lo conquisto’, a risultato ormai acquisito, Parjoux che sconfisse in tre sets Zugarelli nell’ultimo, insignificante singolare.



 

Studio Valerio

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· Enzo Ganci · Editoriali

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