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"C'era la volontà politica di fermare l'iter del piano regolatore"

| Enzo Ganci | Politica

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Prosegue la polemica a distanza tra Leto e Di Matteo sulla questione Prg

MONREALE, 20 settembre – "C'era la volontà politica di fermare l'iter del piano regolatore, così come c'è la totale assenza di consapevolezza dell'iter di formazione del piano stesso". Salvatore Leto rilancia pesantemente le accuse al sindaco Filippo Di Matteo, in merito allo stop del Prg.

Parole scaturite dalla replica che il primo cittadino aveva fornito ai mezzi d'informazione, dopo che Leto aveva sollevato la questione, sottolineando il rischio di un esborso da 27 milioni di euro, adesso, a suo dire, necessario, per consentire i carotaggi sul territorio.

"Risulta evidente – scrive oggi Leto in una lettera diretta al sindaco Filippo Di Matteo – la totale assenza della minima consapevolezza sull'iter di formazione ed approvazione del piano e sugli obblighi derivanti dalle normative vigenti, e questo ad un Sindaco non è consentito. Lei sbaglia nei toni, nei contenuti e nella ricostruzione artefatta di fatti e dati che sono inequivocabilmente riscontrabili su atti da Lei firmati. Proprio leggendo le carte che Lei mi accusa di non aver consultato appare evidente la volontà politica di fermare l'iter del piano regolatore, come peraltro sottolineato dal commissario ad acta dal Lei contestato. La verità è che la sua amministrazione, appena insediata, ha interrotto un iter già in corso che ancora oggi, dopo anni e quasi a scadenza del Suo mandato è ancora al punto di partenza e per questo motivo incrocia nuove procedure e vincoli che rischiano di prolungare ulteriormente il ritardo dell'approvazione, prolungare l'agonia di un territorio già dissestato e pesare sulle tasche dei cittadini. Mi spiace - dice ancora Leto - che dell'articolo sul PRG abbia voluto cogliere solo aspetti polemici e non anche la sollecitazione ad un impegno teso a scongiurare rischi e lungaggini dannose per la collettività monrealese. Lei sostiene che il ritiro del PRG dal Genio Civile sia stato fatto per "ottemperare a precise norme emanate dalla Comunità Europea". Ma, leggendo le carte, non è così.

Dalla delibera immediatamente esecutiva della sua giunta che motiva il ritiro della variante dal Genio civile, risulta la natura dichiaratamente politica del provvedimento, fatto per "....comprendere i contenuti del Progetto di variante Generale dello strumento urbanistico comunale". Un approfondimento questo che l'amministrazione avrebbe potuto fare più rapidamente interpellando lo staff di funzionari che lo aveva redatto e senza fermarne l'iter. (delibera 168/IE del 24 agosto 2009).

La stessa argomentazione è ribadita nella richiesta di restituzione avanzata nella stessa giornata all'ufficio del Genio Civile nella quale si legge: "..in considerazione che questa nuova amministrazione sconosce i contenuti del nuovo progetto del P.R.G...". (nota prot. 1505 del 24 agosto 2009)

Se la causa, inespressa, fosse stata la necessità di ottemperare all'obbligo della VAS, - incalza il candidato alle primarie Pd - come mai non si è mai avviata la procedura prontamente segnalata dagli uffici, e come mai la somma necessaria non è stata mai inserita nel bilancio comunale fino al 2012? Per altro, lasciando continuare l'iter della Variante presentata nel 2008 la VAS avrebbe potuto essere presentata ad integrazione della procedura già in corso, ammesso che fosse stata ritenuta essenziale per i piani già in corso di valutazione. Infatti, per tutti i casi di variante al PRG redatti e presentati nello stesso periodo da altri comuni, le prescrizioni non hanno previsto l'obbligo della VAS. Certo è che, o se ne poteva fare a meno o poteva essere realizzata almeno già tre anni fa.

L'iter avviato dal dicembre 2008 non era affatto su un binario morto considerato che dal febbraio al maggio del 2009 si erano succeduti incontri settimanali presso gli uffici del Genio Civile. A questi frequenti incontri, volti ad accelerare l'istruttoria della variante avevano partecipato i rappresentati comunali e i tecnici estensori del piano. A questi è stata inoltre chiesta documentazione integrativa, prontamente soddisfatta in meno di una settimana, segno di attenzione e di un lavoro attento ed assiduo degli uffici comunali. (fonte: Relazione dell'Area Pianificazione Gestione e Assetto del Territorio, prot. N. 27520 del 22.11.2012)

La necessità da Lei richiamata di ritirare la variante al PRG presentato, perché non corredato della VAS, e quindi non conforme alle disposizioni della Comunità Europea, - tiene a precisare Leto - fa forse riferimento al secondo ritiro, cioè a quello della variante ripresentata nel marzo 2010. Questa seconda versione, ripresentata peraltro senza alcuna modifica rispetto alla originaria stesura, è stata ritirata nel luglio 2012 su disposizione dell'Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana proprio perché priva della Valutazione Ambientale Strategica. Sta proprio qui il punto. Tre anni persi inutilmente, non certo per la VAS o per le direttive europee ma per una errata scelta politica votata all'unanimità dalla sua giunta.

Mi spiace contraddirLa ancora ma la nuova disciplina vigente (circolare ARTA 15 ottobre 2012 prot.57027) impone ora ai comuni di elaborare Piani Regolatori compatibili con gli studi geologici del territorio (punto 1.1) e che tali studi non hanno nulla a che vedere con quelli inerenti ai singoli progetti di nuova edificazione i cui costi sono a carico dei privati (punto 2.1).

Quanto al tema del numero dei carotaggi e quindi della spesa, lo ammetto, ho sbagliato, ma per difetto. Infatti la circolare prevede valori orientativi compresi tra 1 o 2 carotaggi per ettaro (punto 4.4.1). Quindi, nella migliore delle ipotesi, la spesa sarebbe di 54 milioni. So bene che questa disposizione è inattuabile, considerata l'enormità della cifra in questione ma è indubbio che in atto la disposizione c'è e rappresenta un vincolo invalicabile. Nella mia sollecitazione esortavo infatti Lei e le forze politiche ad adoperarsi per rimuovere questo vincolo che, di fatto, rende inattuabile qualsiasi strumento pianificatorio. In quest'ottica mi auguro che l'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente torni presto ad occuparsi della vicenda facendo piena luce come è doveroso affinché Monreale possa dotarsi al più presto di regole certe ed uscire da un arbitrio tendente a mantenere una condizione d'inerzia che protegge la volontà speculativa e l'interesse miope di pochi.

In merito alle considerazioni da Lei fatte sul mio conto vorrei sottolineare che se Lei contesta la presunta ignoranza di un candidato che si propone oggi alla politica attiva, io trovo grave e pericolosa la confusione di un sindaco sulla disciplina che regola l'iter di un così importante strumento di pianificazione.

In conclusione e a sintesi, il ritiro dal Genio Civile della variante generale al PRG presentato nel 2008, la successiva ritrasmissione presso gli uffici del Genio Civile, la progressiva riduzione d'interesse a riscontrare le istanze mosse dallo stesso ufficio del Genio Civile e lo smantellamento dell'ufficio del Piano, hanno generato un inutile ritardo ancora non risolto. Il progressivo intreccio tra il lento procedimento per l'adozione del piano, e l'evoluzione normativa regionale, genera oggi la consapevolezza, che se l'adozione fosse stata definita prima delle importanti scadenze disposte dalle menzionate circolari, oggi la comunità monrealese non sarebbe gravata da maggiori oneri per la definizione delle procedure subentrate e dall'attuale obbligo di procedere con le costose indagini geologiche. In ogni caso, è ormai a tutti chiaro che si poteva non perdere dannosamente il tempo della durata di un'amministrazione comunale, la sua".

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 15 settembre – Presentiamo oggi la nuova veste grafica di Monreale News, il nostro quotidiano, al quale diamo un nuovo look, un nuovo aspetto.

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