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Polemica Vittorino-Fisa: "Nessuna iniziativa sul bene confiscato". La replica: "Non conosce la nostra associazione"

| Maria Modica | Politica

Vittorino chiede la revoca. La Fisa: "Un sostegno per le famiglie"

MONREALE, 26 maggio – Scoppia la polemica fra il consigliere del Pdl Mimmo Vittorino e l'associazione Arcipesca Fisa Palermo che, qualche giorno fa, ha denunciato una situazione di degrado nella frazione di San Martino.

 Vittorino, d'intesa con il presidente della Consulta della Frazione, Bartolo Belmonte, ha puntato il dito contro le attività che la stessa Fisa sta svolgendo nella frazione montana. L'associazione, infatti, poco più di un anno fa, ha ricevuto in assegnazione un bene confiscato al boss Giovanni Marcianò per realizzarvi un centro di formazione per operatori della sicurezza e altre attività di carattere assistenziale. Secondo Vittorino, i risultati ottenuti non sono all'altezza delle aspettative richieste a chi ottiene in affido un bene confiscato.

«Prima di criticare - ha detto Vittorino - l'associazione guardi in casa propria e renda conto dei progetti per i quali ha ricevuto il bene in assegnazione. Mi rivolgo all'amministrazione comunale affinchè informi l'opinione pubblica delle iniziative realizzate sul bene affidato alla Fisa di cui io, eventualmente, non sono a conoscenza. Nel caso in cui non ve ne siano, chiedo che l'assegnazione sia revoca e il bene affidato a qualche altra associazione capace di realizzare progetti costruttivi per la collettività».

All’Arcipesca Fisa, però, non ci stanno e replicano attraverso le parole del presidente provinciale, Atonia De Stefano: «Sono certa che l’iniziata del consigliere Vittorino e del delegato sindaco - scrive in una nota - nasce da una polemica di frazione e dalla non conoscenza della nostra associazione e delle attività promosse e realizzate. Rivolgo loro, quindi, l’invito a visitare i locali della nostra sede. La nostra associazione, il cui operato è lodato anche dai cittadini di San Martino delle Scale, ha contribuito alla gestione del bene, attingendo a risorse private e grazie ai numerosi volontari che si sono prodigati per la realizzazione delle nostre attività anche a sostegno delle famiglie e delle categorie sociali più deboli che non godono del supporto dei servizi pubblici locali perché carenti o, talvolta, inesistenti».

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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