"Monreale patrimonio dell'Unesco motivo di prestigio e occasione di sviluppo"
Nostra intervista esclusiva a Tonino Russo, deputato nazionale del Pd
MONREALE, 7 agosto – Le speranze sono concrete. Tra circa un anno, se tutto va bene, i nostri monumenti arabo normanni, assieme a quelli di Palermo e Cefalù, potrebbero diventare patrimonio dell’Unesco. Un fatto di grande prestigio per la nostra cittadina.
A questo, ormai da diverso tempo, sta lavorando Tonino Russo, deputato nazionale del Pd, componente della commissione Cultura della Camera. A lui abbiamo rivolto qualche domanda, per sapere, anche sotto la canicola di piena estate, se le speranze monrealesi siano concrete di fronte ad una prospettiva di così grossa portata.
Onorevole Russo, a che punto è il percorso che porterà i siti monumentali arabo-normanni di Monreale, Cefalù e Palermo a diventare patrimonio dell’Unesco?
«Con soddisfazione possiamo dire che il percorso si trova in una fase abbastanza avanzata. Certo sono passati oltre 15 anni da quando se ne è incominciato a parlare. Forse chi se ne occupava non aveva sufficienti motivazioni o competenze. O, forse, non capiva di che parlava. Ma da due anni a questa parte, per fortuna, si è recuperato il tempo perduto in precedenza».
Che tempi si prevedono per la conclusione dell’iter?
«Intanto, a fine settembre sarà approvato il dossier scientifico o Piano di Valorizzazione che, subito, verrà inviato alla commissione Unesco italiana e al ministero per i beni culturali affinchè venga allegato, e congiuntamente trasmesso, alla candidatura alla commissione patrimonio internazionale unesco di Parigi. Se andrà bene, come mi auguro, giungerà al consiglio dell'Unesco che si riunisce ogni anno a giugno, in una città del mondo differente, per decidere sulle proposte avanzate dai governi nazionali».
Quali benefici possono arrivare da questa situazione?
«Sicuramente, c'è una questione di prestigio internazionale. Far parte del patrimonio dell'umanità è un privilegio non concesso a qualsiasi monumento. Inoltre, avviene dopo un iter rigoroso e serio, empiricamente verificabile, visto che il giudizio sulla natura e la qualità del patrimonio è posto sotto gli occhi di tutti i cittadini del mondo. Anzi, della promozione dello stesso se ne fa un elemento di vanto e di promozione culturale di rilievo mondiale. Materialmente, c'è un elemento anche di arricchimento del territorio. Le statistiche dicono che, dopo l'acquisizione dell'agognato titolo, il flusso turistico cresce almeno del 30% già a partire dal primo anno. E, naturalmente, ne risentono positivamente tutti i comparti delle economie dei territori interessati».
La disomogenità tra amministrazione locale, governo regionale e governo nazionale può ostacolare questo percorso?
«Per l'esperienza che ho maturato in questi tre anni, ed in particolare da quando mi sono occupato nella commissione cultura della Camera dei Deputati di seguire e sostenere il percorso di candidatura dei monumenti arabo-normanni di Monreale, Cefalù e Palermo escludo categoricamente tale rischio. C'è sul punto una larga condivisione. Quando ho scritto la risoluzione che ho presentato alla Camera, temevo che una proposta di un esponente dell'opposizione potesse subire un certo ostracismo. Anche perchè riconoscere il pieno sostegno del Parlamento e impegnare il Governo con un atto istituzionale significa ritardare altre legittime aspettative di monumenti e patrimoni naturalistici di cui l'Italia intera, fortunatamente, è ricca. Si consideri che ogni anno all'Italia spetta, per una regola non scritta, l'accoglimento di una sola candidatura e per giunta di anno in anno alternata tra patrimonio naturale e patrimonio monumentale. Quando la commissione cultura ha accettato lo scorso anno di venire in delegazione in missione in Sicilia per visitare i monumenti arabo-normanni, e primi fra questi quelli monrealesi, ho ottenuto il via libera sul sostegno istituzionale anche della Lega Nord. Se abbiamo ottenuto ciò...»
Le continue problematiche relative alla raccolta dei rifiuti rischiano di vanificare questa scelta?
«Senza dubbio sono il peggior biglietto da visita. E, purtroppo, Palermo e Monreale, in questi ultimi tempi non hanno certamente aiutato il percorso. Quando nel marzo 2010 preparai la visita della delegazione, temendo i rischi, personalmente chiesi preventivamente di non farsi trovare impreparati e quindi particolare attenzione. Il sindaco di Monreale, Di Matteo, allora fu molto solerte, devo riconoscerlo. E non nascondo un certo orgoglio anche rispetto al capoluogo. Anche all'amministrazione di Palermo avevo chiesto collaborazione. Ma, nonostante gli sforzi dovemmo evitare di visitare la Cattedrale di Palermo perchè dietro le sue absidi c'erano oltre venti metri lineari di collinette di rifiuti. Purtroppo, devo amaramente notare che l'amministrazione monrealese sempre più si è allineata allo standard negativo di Palermo. Ovviamente, nonostante le buone intenzioni, quando si ha gente dannosa ed incapace in amministrazione, prima o poi le contraddizioni esplodono ed i nodi vengono al pettine. Comunque, tornando al tema, la pulizia ed il decoro, è bene saperlo, possono costituire elemento per impedire il successo dell'iniziativa o causa di revoca qualora dovesse andare bene. Insomma, una ragione in più per tenere la città pulita».
C’è qualcosa che Monreale può fare per agevolare l’iter?
«Tenere alta l'attenzione e mostrare il massimo interesse per tale opportunità più unica che rara. Occorre porre in essere tutte le iniziative per far prendere coscienza dell'importanza e del valore del riconoscimento al quale la città si candida. Per questo sarebbe utile parlarne molto a partire dalle scuole primarie per passare dai licei e giungere ad ogni cittadino. Si pensi che i nostri connazionali all'estero, da Losanna a San Paolo, per passare dall'Argentina, dall'Uruguay e per giungere negli USA stanno organizzando mostre ed iniziative a sostegno del percorso. Forse, un pò meno di timidezza cittadina non farebbe male.
Personalmente, con altri, sto lavorando ad una significativa iniziativa da tenere già a fine settembre a Monreale. Altre ne sono state organizzate e se ne organizzeranno a Cefalù e Palermo».
Quali crede che siano le aspettative dei monrealesi di fronte a questa eventualità?
«Registro, attualmente, una grande attenzione, forse curiosità. Sicuramente, il desiderio che si giunga davvero al risultato sperato. Ma sarei ipocrita se non dicessi anche che noto una certa diffidenza che spesso sconfina nel pessimismo. Ecco, bisogna stimolare le nostre motivazioni. Altrimenti, qualcuno potrebbe pensare che se non siamo convinti noi sarà difficile convincere chi alla fine deciderà».
Qual è il suo ruolo nella realizzazione di questo percorso?
«È il ruolo di un artigiano della politica. Di chi prende a cuore un problema e decide di affrontarlo fino in fondo con gli strumenti e le energie di cui dispone. Adoperandosi per rimuovere gli ostacoli che ci sono lungo la strada. Se vinceremo questa sfida, credo di avere titolo per poter dire che anch'io ho fatto la mia parte. Piccola o grande che possa essere giudicata. E, ci tengo, ancor prima che come parlamentare, come cittadino di una città che merita molto di più del destino che vive oggi».
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