Il Comune non ha ceduto gli impianti alla società che ora va verso il fallimento
MONREALE, 7 giugno - La bufera che sta per abbattersi sul servizio idrico in provincia di Palermo lascerà indenne Monreale. Il Comune, infatti, si è rifiutato di cedere le reti ad Aps, continuando a gestire il servizio in proprio.
Il possibile fallimento della società, dunque, non avrà ripercussioni sui rubinetti dei monrealesi che non rischiano così di restare all'asciutto, o quasi. Per altri 52 comuni della provincia, invece, l'estate potrebbe rivelarsi difficile dal punto di vista idrico, nonostante l'abbondanza d'acqua nelle fonti.
In apprensione anche i 240 lavoratori di Acque potabili siciliane per cui si potrebbe spalancare lo spettro della disoccupazione se la società dovesse fallire. Un destino che sembra segnato dalla decisine del Tribunale di Palermo che ha respinto la proposta di concordato preventivo avanzata da Aps.
Ieri, si nel corso dell'incontro con i sindacati, il presidente della Provincia Giovanni Avanti ha presentato ai sindacati una piattaforma di impegni relativi alla vertenza in corso.
"La Provincia – ha detto Avanti – e la società d'ambito di cui sono presidente lavoreranno per dare continuità al servizio perché il nostro obiettivo è quello di assicurare ai cittadini una erogazione efficiente di un bene pubblico primario e irrinunciabile come l'acqua. Per quanto riguarda la situazione occupazionale dei 240 dipendenti di Acque potabili siciliane va ricordato che, in base alla convenzione, l'Aps è obbligata a gestire il servizio fino all'individuazione del nuovo soggetto gestore e che, in ogni caso, saranno garantiti gli attuali livelli occupazionali".
Garanzia del servizio ai cittadini serviti da Aps e mantenimento dei livelli occupazionali, dunque, sono i requisiti che la società d'ambito intende tutelare. Oggi pomeriggio, i sindacati, latori della piattaforma prospettata da Avanti, incontreranno Aps per ottenere garanzie sul futuro occupazionale dei 240 lavoratori.