Ad un mese dalla morte di Marco Viola, il ricordo di Sarina Ingrassia e Stefano Gorgone

Una Messa sarà officiata domani alle 18 a San Castrense

MONREALE, 18 febbraio – Sarà celebrata domani pomeriggio alle ore 18, nella chiesa di San Castrense, la Messa di suffragio in occasione del trigesimo della scomparsa di Marco Viola, avvenuta lo scorso 19 gennaio. Lo rende noto la famiglia.

Marco Viola, 87 anni, era una persona estremamente conosciuta in paese e soprattutto molto stimata per la sua integrità morale ed intellettuale. Di lui hanno tracciato un ricordo due persone che per molti anni hanno lavorato al suo fianco nel mondo della scuola. “Con Marco Viola – ha scritto Sarina Ingrassia in un breve epitaffio – va via un pezzo di storia della scuola e di Monreale”.

“Ho conosciuto Marco già nella mia infanzia – scrive, invece, il dirigente scolastico, Stefano Gorgone in un’articolata riflessione di commiato –, ma la nostra amicizia si è consolidata negli anni ’60, quando ancora giovane ed inesperto sono stato immesso nei ruoli della scuola elementare. Marco lavorava nel 2° Circolo didattico e mi “adottò” con la sua grande simpatia ed affabilità, facilitando il mio inserimento nel mondo scolastico. Egli godeva della stima di tutti: dirigente, docenti, ma soprattutto era un sicuro punto di riferimento per gli alunni e le famiglie. La struttura delle scuola era alquanto complessa perché comprendeva le scuole di tutte le frazioni del Comune e Marco sapeva assumersi responsabilità che andavano ben al di là della sua reale funzione.

Indimenticabile – prosegue Gorgone – resta il gesto compiuto alla fine della sua carriera. Giunto alla pensione, mi comunicò che avrebbe assicurato sempre la sua presenza a scuola perché consapevole dei disagi che la sua assenza avrebbe creato. Il Comune, infatti, non aveva ancora avviato i concorsi per l’assunzione di nuovo personale. E così fece per alcuni mesi. Marco Viola – conclude il dirigente scolastico – era una persona affabile, trasparente, un amico veramente speciale. Egli ha amato profondamente la scuola, così come ha amato profondamente la sua bella e numerosa famiglia e direi anche la sua città”.