''Ecce arbor'': brilla in piazza Guglielmo l'albero ''della solidarietà''

La cittadina normanna accoglie finalmente l'albero di Natale tanto atteso

MONREALE, 16 dicembre – “Ubi maior, minor cessat” direbbero i latini e l’opera ingegneristica appena inaugurata in quel di piazza Guglielmo II provocherebbe l’imbarazzo degli altri tre alberi recentemente installati presso le piazze attigue l’asse viario principale – tra via Roma e via Venero – del centro urbano monrealese, che dinanzi ad una struttura simile resterebbero muti, come un film di Charlie Chaplin, col gessetto in mano in prossimità di un piano verticale di ardesia.

Signore e signori, ecco a voi, sua maestà, l’Albero della Solidarietà. L’albero di natale pubblico, oserei dire, par excellence. Un elemento natalizio imponente ma che si discosta dal compromettere il patrimonio artistico autoctono e quello boschivo in generale. Requisiti non attribuibili, purtroppo, all’omonimo albero diversamente sintetico posizionato dinnanzi alla scultura ottocentesca rutelliana di piazza Vittorio Emanuele, eclissata anche quest’anno dal compiacimento miope del pubblico da social, oltre che del governo locale, la cui posizione risulterebbe inamovibile persino coi suggerimenti della coscienza rappresentata da Zero Calcare sottoforma di armadillo, mediante la voce del superlativo Valerio Mastandrea. Un doppiaggio che possibilmente, in questa occasione, avrebbe dovuto individuare nella sfera dei papabili interpreti l’architetto monrealese Giulia Pellegrino, valida professionista nonché consulente del sindaco in materia di decoro urbano dallo scorso ottobre e, forse, albergante in quel dimenticatoio di memoria “potteriana” e chiamata in causa troppo tardi.  

Nulla a che vedere, frattanto, con quello ricavato dal pino già piantumato in piazza San Castrense, né con quello a led ubicato presso piazza Emanuele Basile, dal nome autorevole ma dall’aspetto angusto in quanto adibita a parcheggio, servizio in forte sofferenza nella cittadina normanna e privato lungo l’area di almeno 6 posti auto per ospitare l’asettica struttura conica, talmente perfetta geometricamente da meritare l’immagine di copertina di un testo di fondamenti e applicazioni della geometria descrittiva: data l’area di base e l’altezza, ricavare il volume.

Un albero, dunque, diverso. Umano, perché dotato di anima. Perché frutto di un lavoro svolto durante l’ultimo dannato anno pandemico attraverso il senso di comunità osservato da una rete di donne – madri, nonne, figlie e nipoti – unite per raccontare mediante l’utilizzo della tradizione, quella dell’uncinetto, storie di vite. Un progetto non originale quello pensato da Emanuela Ferraro in quanto realizzato già in provincia di Bologna (Cereglio, frazione di Vergato) ma del tutto inedito per la città di Monreale e che, col supporto dell’amica Aurelia Carrubba e di diverse associazioni, è stato accolto cordialmente dall’amministrazione comunale rappresentata, dal progetto all’assemblaggio, dall’assessore delegato ai Beni Culturali e Unesco Letizia Sardisco, impegnata h24 per garantire il compimento dei lavori di questa “folle idea”, volendo parafrasare l’ideatrice: “Sarebbe stato più facile dire di no. E invece, eccoci qua”.

La struttura
L’impianto metallico, realizzato attraverso un progetto e un corredo di calcoli strutturali redatti da un ingegnere, prevede un plinto di base cubico di circa 2 tonnellate, supportato da un sistema cruciforme di travi a doppio “t”, su cui trova alloggio l’asse tubolare centrale, che permette a sua volta di agganciare i 4 spicchi del telaio che costituiscono il profilo di un volume conico, dall’altezza di circa 9,50 metri. Uno scheletro intelligente che potrà accogliere ulteriori e differenti configurazioni in futuro, considerato che resterà a disposizione della città. 


Il rivestimento
Si tratta di circa 8400 mattonelle quadrate (15x15) costituenti i moduli delle coperte di lana realizzate in questi mesi da oltre 50 donne coinvolte, da remoto, tramite una rete virtuale istituita nei social. Le stesse, sono applicate lungo le superfici coniche mediante l’utilizzo di reti plastiche da cantiere che avvolgono l’intero telaio. Tre fiocchi, infine, distingueranno 3 piastre di lana da tutto il resto in memoria di chi, a causa di eventi avversi, purtroppo, è stato costretto ad abbandonare la vita terrena.

Il risultato? L’installazione dell’elemento natalizio più importante, il più significativo, ovvero quello della Solidarietà, al di là di ogni valutazione estetica. Monreale, finalmente, ha ritrovato il suo Natale.