La causa scatenante era stata una catasta di legna, ma i rancori andavano avanti da tempo
PALERMO, 29 ottobre – Una catasta di legna, messa in un posto dove forse non poteva stare, era stata la causa scatenante di una maxi rissa che aveva portato all’arresto di sette persone a San Martino delle Scale. Adesso, al termine del processo, arrivano tre condanne ed una assoluzione.
A pronunciarsi così è stato il giudice della quinta sezione del tribunale monocratico di Palermo, che ha valutato la posizione di quattro imputati che hanno scelto di farsi giudicare con la formula del rito abbreviato.
Una condanna al pagamento di 250 euro a testa è arrivata per Pasquale Anastasi, Pasquale Lo Iacono e Serafino Lo Iacono. Vincenza Russo, invece, è stata ritenuta estranea ai fatti, finendo assolta. Ben più severe erano state le pene richieste dalla Procura, che però non ha visto quasi completamente accogliere le accuse formulate, propendendo per la tesi difensiva dai legali dei tre condannati, gli avvocati Emilia Lombardo e Francesco Furci.
I fatti risalgono al 3 gennaio di quest’anno, quando nella frazione di San Martino delle Scale, in via SP57, era divampato in breve un "focolaio" improvviso. Botte date di santa ragione, come si usa dire. La lite era maturata in un contesto già teso e noto ai carabinieri già accorsi per i diversi interventi eseguiti in loco per dirimere numerose precedenti controversie di vicinato.
A scatenare la lite, come detto, una catasta di legname (ma le tensioni andavano avanti già da tempo) che prima era stata motivo della lite, ma poi si era trasformata in strumento di offesa, tanto che i vicini, allarmati, avevano richiesto l'intervento dei militari. I carabinieri, sopraggiunti, avevano trovato il gruppo familiare ancora in lite che, si scambiava reciproche minacce di morte, vetri infranti, animi tesissimi. Necessario pure per alcuni di loro il ricorso alle cure mediche, dato che la lite aveva causato delle ferite.