All’Inps risultavano due posizioni anagrafiche “parallele” della donna scomparsa
MONREALE, 28 ottobre – Aveva regolarmente comunicato il decesso della madre, ma l’Inps continuava ad erogargli la pensione, che lui, però, previdentemente, non aveva mai toccato. Per questo era stato denunciato e portato in tribunale. Oggi è stato assolto.
È la vicenda di Giovan Battista Siragusa, impiegato comunale, residente a Grisì, che nel novembre dell’anno scorso era stato denunciato dai carabinieri di Monreale per “indebita percezione ai danni dello Stato”, in quanto sul suo conto corrente, che aveva cointestato assieme alla madre, continuava ad arrivare le pensione che l’Inps erogava alla signora scomparsa nel febbraio del 2011. I militari gli avevano contestato di avere riscosso indebitamente, per oltre tre anni, una cifra superiore ai 52 mila euro.
Le indagini, coordinate dal pm Enrico Bologna, si erano concluse con la richiesta di rinvio a giudizio, che si è tenuto stamattina con la formula del rito abbreviato con l’udienza preliminare, nel corso della quale, Siragusa, difeso dall’avvocato Piero Capizzi, è riuscito a provare la propria innocenza, malgrado il pm avesse chiesto per l’impiegato comunale la condanna ad otto mesi di reclusione. Il Gup Lorenzo Chiaramonte, invece, lo ha scagionato dalle accuse “perché il fatto non costituisce reato”.
La difesa, infatti, ha dimostrato con prove documentali che Siragusa, che già nel corso delle indagini si era sottoposto ad un interrogatorio per chiarire la propria posizione, aveva regolarmente denunciato l’avvenuto decesso della madre, segnalando inoltre l’anomalo accreditamento delle somme relative alle pensione erogata dall’Inps, tanto al proprio Caf, che alla stazione dei carabinieri di Grisì.
È successo, però, che il sistema informatico dell’Inps “agganciasse” erroneamente l’unica pensione della signora a due posizioni anagrafiche parallele: “Candela Maria Giuseppa” e “Candela Maria”. Poiché il figlio aveva denunciato l’avvenuto decesso di Candela Maria Giuseppa, restava ancora aperta la posizione di Candela Maria. Motivo per il quale la pensione continuava ad essere canalizzata sul conto corrente che la donna aveva cointestato con il figlio.
Tutto ciò oggi è stato provato ed ha portato all’assoluzione dell’uomo, al quale frattanto, l’Inps aveva già sottratto le somme erroneamente erogategli, che lui, con grande prudenza, non aveva toccato.
Soddisfatto l’avvocato Piero Capizzi. “Finalmente giustizia – ha detto – per un fatto che è stato vissuto con estrema sofferenza dal mio assistito che si è visto coinvolto come imputato da innocente e che neppure sarebbe dovuto arrivare a giudizio, poiché fin dalla fase dell’espletamento delle indagini era chiara la totale estreneità di Siragusa alle condotte illecite che la Procura gli ha contestato”.