"Vogliamo conoscere i dati della differenziata, unico modo per abbattere i costi"
MONREALE, 8 novembre – "Vogliamo trasparenza e la possibilità di discutere. Le nostre richieste finora sono state inascoltate". E' questo, sinteticamente, il messaggio lanciato dal comitato "No Tares", che stamattina ha tenuto una conferenza stampa con gli organi di informazione monrealesi.
L'iniziativa del comitato arriva, così come dicono, dopo l'audizione in Commissione Bilancio durante la quale gli attivisti hanno formulato le loro proposte. Fra queste, quella centrale è la riorganizzazione del servizio, in modo da mettere al centro la raccolta differenziata. L'unico modo, sostengono, in grado di abbattere i costi dello smaltimento, ormai insostenibili.
Il Comitato propone un servizio di differenziata "porta a porta", magari iniziando da un quartiere, per tastarne l'efficacia. Un'azione che avrebbe come corollario anche la rimozione dei cassonetti dal centro storico. Ma il sistema di smaltimento, secondo il Comitato No Tares, dovrebbe contemplare pure l'individuazione di alcuni siti nel territorio per la realizzazione di piattaforme di compostaggio per il trattamento dell'umido. Per questa attività – aggiungono – ci sarebbe da poter utilizzare qualche terreno confiscato alla mafia.
L'allarme che il comitato lancia, però, è soprattutto incentrato sul discorso costi. "Abbiamo chiesto all'amministrazione di vedere le fatture relative alla raccolta differenziata, ma l'Ato non presenta dati concreti – lamenta Salvatore Modica, coordinatore del comitato – La non politica del Comune nel settore della raccolta differenziata ha portato i costi a livelli insostenibili per i cittadini. L'Ato non ha mai avuto un piano industriale, lasciando tutto al caso – aggiunge – col risultato di avere una tra le percentuali più basse d'Italia in materia di raccolta differenziata, che da nostre verifiche oscilla intorno al 3% soltanto. Più volte abbiamo chiesto i numeri, ma non abbiamo mai avuto una risposta".
Fra le lamentele esposte oggi dal comitato c'è anche la grossa sperequazione di trattamento, che – affermano – esiste a favore delle utenze non domestiche, alle quali vengono applicati gli indicatori minimi, che ricadono sul quelle domestiche".
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