Omicidio di Camporeale, Pennisi: ''Il disagio ha origini profonde''

“La profonda emergenza educativa va affrontata con determinazione”

CAMPOREALE, 19 ottobre – “La notizia dell'uccisione del giovane Benedetto Ferrara, avvenuta la sera del 15 ottobre scorso, alla fine di un diverbio per questioni sentimentali, ha lasciato attoniti tutti noi e ha sconvolto in particolare la cittadina di Camporeale”.

Lo afferma in una nota l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi in occasione della cerimonia funebre religiosa, dopo il grave fatto di cronaca che ha sconvolto tutta la comunità camporealese – “Come Padre e Pastore di tutta la Chiesa diocesana monrealese – aggiunge il presule – voglio in occasione della cerimonia funebre religiosa, esprimere il mio dolore e il mio rammarico per l’accaduto ed elevo la preghiera a Dio perché porti la sua divina consolazione ai familiari della vittima e a tutta la comunità camporealese, e mostri all'uccisore, che si è costituito, la via della redenzione.
Se possiamo rintracciare nella gelosia il movente di questo grave gesto che va condannato, come ogni altra forma di violenza, senza cercarne giustificazioni, dobbiamo tuttavia interrogarci su un disagio che ha radici profonde e che accomuna non pochi giovani della nostra terra. In contesti in cui il disagio sociale è visibile nella scarsezza di risorse territoriali: poche strutture ricreative e formative, incerte prospettive lavorative, che portano a incrementare fenomeni di delinquenza comune, diffusa anche tra i giovani, si affianca spesso la mancanza di figure adulte di riferimento. La famiglia tradizionale – dice ancora Pennisi – fonte inderogabile di sani valori, e a volte sostituita da modelli negativi, o da vere e proprie strutture di peccato, in cui vengono idealizzati il potere, la sopraffazione, la prevaricazione, il piacere sopra ogni dovere. Tutto ciò rende ancora attuale il perdurare di una profonda emergenza educativa che va affrontata con determinazione.

Le istituzioni civili e militari, e le agenzie educative, come la scuola, la comunità ecclesiale, le associazioni locali, siano incoraggiate a fare di più, alla luce anche dell'impegno educativo di figure, come la maestra Maria Saladino, che in passato si sono impegnate tanto per i giovani del territorio. Ogni cittadino, ogni fedele si impegni seriamente, a dare il massimo nel processo educativo che deve tornare a ripartire in particolare nelle famiglie. So che a volte non è facile, e proprio per questo dobbiamo collaborare tutti, interrogandoci sul nostro agire: se abbiamo fatto abbastanza o se anche noi, con la nostra indifferenza verso i nostri giovani, siamo corresponsabili del loro spesso deviato percorso che non sfocia nella sana maturità. Diceva il Beato don Pino Puglisi, “Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto!”. È questo l'appello che faccio oggi a tutti voi, chiedendo pace, amore e perdono per la voce troppo spesso spezzata dei figli della nostra terra.
Imploro per tutti voi – conclude l’arcivescovo – provati dal dolore e del lutto, per intercessione della Madonna dei Peccatori, la benedizione di Dio Onnipotente”.