Altofonte, dure condanne agli estortori di un imprenditore locale

16 anni per Salvatore Raccuglia, 6 anni e mezzo per Giuseppe Serbino, 8 per Salvatore La Barbera

ALTOFONTE, 28 febbraio - Meno di un anno fa l’arresto in flagranza, oggi le condanne a sedici anni per Salvatore Raccuglia, sei anni e sei mesi per Giuseppe Serbino e otto anni per Salvatore La Barbera, nel processo agli estorsori di un imprenditore di Altofonte, supportato e assistito da Addiopizzo, con cui si è costituito parte civile.

Dopo diciassette lunghi anni di minacce ed estorsioni, perpetrate da diversi esponenti di Cosa Nostra ad Altofonte, dove purtroppo c’è ancora chi è costretto a piegarsi al fenomeno del pizzo, è maturata una storia di opposizione e di denuncia che dimostra come, rispetto al passato, si sono create le condizioni per denunciare anche in aree difficili come queste.
Un territorio strategico che ha sempre rappresentato una cerniera tra gli affari e gli interessi dei mandamenti mafiosi di Villagrazia di Palermo e San Giuseppe Jato, dove ancora adesso il controllo dell’organizzazione mafiosa è forte e le sacche di reticenza nel tessuto sociale ed economico rimangono profonde.
“Per queste ragioni - dicono ad Addio Pizzo - siamo impegnati da tempo anche ad Altofonte, dove oltre a supportare chi decide di denunciare, abbiamo e continueremo a promuovere attività e iniziative di sensibilizzazione, affinché il contesto locale, istituzioni politiche e religiose, siano concretamente vicine a chi matura la forza e il coraggio di opporsi a Cosa nostra.

Non si può infatti pretendere che chi esercita un’attività economica denunci se l’ambiente in cui vive e lavora rimane indifferente. L’appello va quindi a tutti i cittadini per bene di Altofonte che rappresentano la maggioranza del paese e a cui chiediamo di stare vicini, senza indugi e ipocrisie, a chi ha avuto la dignità e il coraggio di rompere il muro dell’omertà.
Negli anni, l’incessante azione delle forze dell’ordine e della magistratura ha inferto colpi molto pesanti a Cosa nostra, anche nel territorio di Altofonte. Se a tale lavoro non seguirà però un atto di responsabilità e di impegno da parte di tutti, il rischio di fare passi indietro è concreto.
Vogliamo sostenere il vento di cambiamento che da tempo soffia anche nelle periferie della provincia di Palermo, dove la mafia ha storicamente mantenuto forte e saldo il controllo del territorio, forse più di quanto possa riuscire a fare, ormai da tempo, in città. Abbiamo bisogno però del contributo di tutti i cittadini che hanno a cuore il bene della comunità in cui vivono”.