Piana degli Albanesi, apre il cantiere musicale per la costituzione di un complesso bandistico e di un gruppo di majorettes

Il parchitano Leoluca Davì è il promotore dell’iniziativa

PIANA DEGLI ALBANESI, 2 ottobre – Da qualche tempo nel territorio di Piana degli Albanesi c’è “fermento musicale” ad opera di molti ragazzi, che, grazie allo studio di uno strumento, hanno dato vita a diverse band e gruppi strumentali i cui componenti propongono musica che spazia dal rock al pop, dalla fusion alla musica elettronica con contaminazioni etno.

Adesso il professore Leoluca Davì (nella foto), che negli anni ’90 diede vita ad un complesso bandistico che coinvolse, allora, una trentina di ragazzi della scuola media “Skanderbeg” di cui allora era il docente di musica, con il supporto dell’associazione culturale “Sicelides Musae” ha avviato un progetto per costituire una banda musicale, e di un gruppo di majorettes, coinvolgendo anche alcuni di quei (allora) ragazzi della banda costituita negli anni ’90.
L’obiettivo principale, oltre a quello musicale, è la visione della banda come un momento di aggregazione, di educazione e formazione. Già i promotori del progetto hanno ricevuto le prime adesioni da parte di alcuni alunni che frequentano le scuole del territorio, i cui genitori si sono mostrati molto entusiasti dell’iniziativa e sono in attesa di una sentita partecipazione da parte di tanti altri giovani che appartengono alla comunità. I corsi di strumento, oltre che per completare la banda, sono aperti a tutti a partire dai 9 anni. Il corso per majorettes invece è riservato alle bambine e alle ragazze dai 6 anni in poi.
Il professore Davì è molto legato alla comunità di Piana degli Albanesi e con grande piacere ricorda la sua passata esperienza vissuta nel comune del palermitano che ha posto le basi per la realizzazione del nuovo progetto:
“Nel 1986, appena vincitore di concorso, arrivai presso la scuola media del luogo dove ho insegnato musica per ben 11 anni. In questo arco temporale, grazie anche al fatto di avere accanto colleghi autoctoni, ho imparato ad apprezzare tutto quello che riguardava la cultura Arbëreshë (lingua, canti, balli, teatro, usi e costumi). Mi fu proposto dall’allora preside Silvana Zarbà, di costituire un gruppo corale degli alunni della scuola media con il quale ci siamo esibiti anche in concorsi e rassegne nazionali con notevole successo.

Certamente, da parchitano, quale sono, ho avuto non poche difficoltà, non essendo albanofono, ad imparare i canti della tradizione popolare che facevano parte del repertorio, ma erano così belli che mi misi a studiarli fin quando diventarono bagaglio della mia cultura musicale. Infatti proprio da questa esperienza nasce la mia idea progettuale che vuole far conoscere i canti della tradizione arbëreshë e della liturgia bizantina attraverso la trascrizione degli stessi per gruppo bandistico e coro coinvolgendo gli artisti e i musicisti del luogo. Non tralasciando naturalmente il repertorio bandistico tradizionale come le marce da parata e sinfoniche insieme ai brani da concerto.
Entrare nel tessuto sociale di una comunità che storicamente e culturalmente è differente dalla mia per me rappresenta, una risorsa e una continuo arricchimento in fatto di conoscenza, , essere Arbëreshë non è soltanto una condizione anagrafica bensì una condizione culturale e sentimentale, proprio per questo Io mi sento Arbëreshë! - approfitto dell’occasione per ringraziare l’Amministrazione , ed i consiglieri locali, nelle persone del sindaco Rosario Petta, dell’assessore Simona Scalia e del consigliere Antonio Aclud che si sono resi subito disponibili a supportare l’iniziativa per il rilancio delle attività culturali e delle tradizioni musicali arbëreshë”.