Riceviamo e pubblichiamo...
Carissimi fratelli,
il Natale del Signore è invito a rivivere l’evento dell’incarnazione del Figlio di Dio nella storia umana.
L’evangelista Giovanni ci dice: “Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare tra noi”. Dio si è fatto uomo per farci diventare come Lui. Egli è venuto tra noi per ridare all’uomo una nuova “umanizzazione”. Il Vangelo è la nuova via, l’umanità indicataci da Dio attraverso il suo Figlio Gesù venuto tra noi.
Questo Natale sarà per tutti l’inizio dell’anno Santo, anno giubilare che inizierà a Roma con la Veglia di Natale, con l’apertura della Porta Santa. È tempo di grazia, tempo di liberazione, di restituzione. Nella Bibbia è l’annuncio della libertà per gli oppressi, la restituzione della terra a chi l’aveva perduta, il riscatto per chi era schiavo del debito.
Per noi oggi, per la nostra città, l’anno Santo è richiamo a ripartire, rimettere al centro la giustizia, la pace, il perdono, la riconsegna della dignità a ogni persona. Ciò che la Bibbia indica nel significato giubilare deve interrogarci tutti per imparare a liberarci dalle schiavitù personali, dalle catene della corruzione, dalle logiche dei poteri, da quel continuo “chiacchiericcio” che spesso delegittima e offende la dignità di ogni persona, qualunque essa sia, dal denigrare gli sforzi che si cercano di fare nel desiderio di costruire una città più bella e abitabile.
I gesti di violenza e cattiveria, la prepotenza criminale esprimono la disumanizzazione dell’individuo; ciò è contrario al Vangelo e a quanti si professano cristiani. Il Giubileo che inizia ci dice che il cambiamento, il camminare insieme, ciò che sembra sogno può diventare realtà, l’impossibile diventa possibile se ci lasciamo incontrare da Gesù che converte i nostri cuori in un concreto impegno di vita nuova.
Non mancano rischi di indifferenza, assuefazioni. Il vero pericolo per la nostra comunità: abituarsi a questo, smettere di sognare un futuro diverso. Il volto della città è fatto di luce e ombra, ferite e bellezza, sofferenza e resistenza. Occorre sempre tendere al rialzarsi, trasformare la resistenza, spesso appesantita, in creatività. Incontrarsi, pur nella diversità dei trascorsi, delle scelte, delle idee per un “cammino insieme”, per il bene della collettività.
Tutti siamo protagonisti di ciò che si realizza di bello e di buono per il nostro paese, così come tutti dobbiamo sentirci responsabili delle sconfitte e di ciò che non si realizza. Di queste nostre insufficienze dobbiamo chiedere perdono alla Comunità e a Dio, il quale chiede a tutti, e soprattutto a noi credenti, di prenderci cura con amore di questo creato e di quanto richiede una “cittadinanza attiva”, chiamata a rispondere al Creatore di questa meravigliosa opera consegnata all’uomo.
Il Natale ritorna sempre per noi, per lasciarci illuminare dalla luce di Gesù che viene: questa è la vera speranza che può trasformare la città, non un sentimento, ma la speranza che spinge all’azione nel servizio per il bene di tutti.
Vi invito, fin d’ora, a partecipare alla celebrazione di inizio dell’anno giubilare, presieduta dal nostro Vescovo Mons. Gualtiero Isacchi, che si terrà domenica 29 dicembre alle ore 18 in Cattedrale.
L’anno giubilare, che ci invita ad essere “pellegrini di speranza”, apre strade nuove di liberazione e di pace. Auguro a tutti un Natale di gioia nel Signore per essere veri pellegrini di Speranza.
* parroco di Santa Maria d'Altofonte