I locali restino alla parrocchia: è polemica ad Altofonte sull’utilizzo dell’istituto ''Maria Ausiliatrice''
Il comune vuole farne un centro di accoglienza per profughi ucraini
ALTOFONTE, 19 novembre – E’ dibattito aperto ad Altofonte sull’utilizzo dei locali dell’istituto “Figlie di Maria Ausiliatrice, da tutti i parchitani conosciuto come “dalle monache”, sede per decenni di diverse attività formative.
La questione si è aperta quando l’amministrazione comunale altofontina ha fatto sapere di voler utilizzare gli ampi spazi della sede come luogo di accoglienza per i profughi provenienti dall’Ucraina.
Contrari a questa scelta, non per avversione verso provvedimenti umanitari, che invece apprezzano, i componenti del Consiglio pastorale parrocchiale, che preferirebbero destinare i locali alle tradizionali attività formative giovanili, soprattutto legate all’oratorio.
“La notizia ha suscitato profondo dispiacere e grande amarezza – scrivono in una nota molto articolata – non certamente per la lodevole iniziativa di carattere umanitario, poiché chi fugge la guerra ha bisogno di ricevere accoglienza e supporto, ma per la scelta del luogo in cui il progetto si dovrà realizzare. Infatti l’edificio, che noi tutti definiamo “dalle suore”, ha una finalità costitutiva caratterizzata non solo dal lavoro che le religiose hanno svolto nei tanti anni della loro permanenza qui ad Altofonte, ma anche dal desiderio di chi volle donare il terreno per costruire un edificio che avesse come scopo la cura e la formazione umana ed educativa dei nostri ragazzi.
Non possiamo dimenticare il ruolo sociale fondamentale, per l’educazione e la formazione di intere generazioni, che le suore hanno svolto, attraverso un servizio di amore, di presenza e soprattutto di sacrificio, curando con dedizione questa comunità, fino all’offerta della vita, come avvenne nel crollo dell’ex Collegio di Maria alla fine degli anni ’50.
Qualche mese fa, in seguito alla chiusura dell’Istituto e il trasferimento delle suore, avvenuto nell’anno 2020, che se pur a malincuore, hanno dovuto lasciare la nostra comunità, a causa della mancanza di vocazioni, la Madre provinciale ha concesso alla parrocchia l’utilizzo della chiesa. Con l’arrivo del nuovo Vescovo, monsignor Isacchi, la parrocchia aveva intenzione di adoperarsi ad utilizzare i locali dell’istituto per metterli a disposizione di tutta la comunità di Altofonte, oltre che per l’oratorio e per le altre attività che rispondono alle finalità dell’istituto, quali la cura e la formazione dei ragazzi e dei giovani di Altofonte, affinché il lavoro svolto dalle suore non venisse vanificato dalla loro partenza.
Questo edificio, per gli spazi interni e, soprattutto esterni che offre, dal momento che l’ex Collegio è totalmente inagibile – prosegue la nota – è l’unica struttura del territorio che permette di svolgere attività adatte ai nostri giovani che, altrimenti, si ritroverebbero in strada.
Riteniamo che sia nostra responsabilità umana e cristiana, mantenere, difendere e promuovere ciò che rappresenta questo istituto per la comunità, per consegnare alle nuove generazioni, non solo la memoria del lavoro svolto dalle suore per decenni, ma, sul loro esempio, anche la possibilità di continuare a scrivere quella storia di amore, servizio e dedizione che le suore hanno realizzato proprio in questa struttura, il cui compito educativo, siamo certi, non è ancora finito, soprattutto in un tempo come quello che stiamo vivendo, segnato da una grave emergenza educativa”.
Il Parroco, don Nino La Versa, ha inviato una lettera al Sindaco, Angelina De Luca, nella quale oltre ad esporre le ragioni del Consiglio, l’ha invitata a trovare una soluzione alternativa, che permettesse ai ragazzi di continuare ad avere un luogo di ritrovo sicuro.
“Purtroppo, con nostro grande rammarico – scrivono ancora i componenti del Consiglio pastorale parrocchiale –, non si è avuta alcuna risposta. Così, abbiamo deciso di inviare delle lettere alla Madre Generale, a Roma, e alla Madre Ispettrice a Catania, con l’intento di informare le suore, sicuramente ignare della nostra realtà sociale, di ciò che questa struttura rappresenta per l’intera comunità e per il bene che ancora si può realizzare in questo luogo. Le stesse lettere, per conoscenza saranno trasmesse anche all’Arcivescovo di Monreale e al sindaco di Altofonte.
Inoltre, abbiamo ritenuto opportuno che la comunità tutta venisse informata di questo progetto, già avviato dall’amministrazione comunale con la cooperativa Medioffic e il consenso delle suore, che hanno concesso i locali in locazione, frutto di una scelta politica ed economica che non è volta alla ricerca del bene comune, ma che va a discapito dell’intera comunità di Altofonte e soprattutto dei suoi giovani”.