Mafia, anche tre immobili di Altofonte nel patrimonio definitivamente confiscato al boss Salvatore Bisconti
Si tratta di due magazzini ed un appezzamento di terreno
ALTOFONTE, 10 maggio – Ci sono anche due magazzini ed un appezzamento di terreno ubicati ad Altofonte fra i beni che sono stati definitivamente confiscati a Salvatore Bisconti, 66 anni di Belmonte Mezzagno e che adesso fanno parte, pertanto, del patrimonio dello Stato.
Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili a personaggi appartenenti a “Cosa Nostra”, svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, avevano già portato tra aprile e maggio 2018 all’emissione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che aveva accolto le richieste della locale Procura della Repubblica, di un provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo di circa 720.000 euro a carico di Bisconti e di un altro provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo di circa 500.000 euro a carico di Giacinto Di Salvo, detto “Gino”, bagherese di 79 anni.
Con i provvedimenti odierni è stata dichiarata l’irrevocabilità delle confische e l’ingente patrimonio, riconducibile a “Cosa Nostra”, è entrato definitivamente a far parte del patrimonio dello Stato.
Salvatore Bisconti, imprenditore, era stato tratto in arresto nell’operazione denominata “Perseo”, con l’accusa di aver fatto parte del mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno, in particolare per aver partecipato a due episodi estorsivi, riportando una condanna ad 8 anni e 8 mesi di reclusione.
Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato i seguenti beni:
intero capitale sociale con relativo complesso di beni aziendali della società “Costruzioni Bisconti s.a.s. di Santangelo Giovanni & C.” con sede in Belmonte Mezzagno;
n. 4 appezzamenti di terreno siti in Belmonte Mezzagno;
n. 1 appezzamento di terreno sito in Altofonte ;
n. 2 magazzini siti in Altofonte;
n. 5 rapporti bancari.
Giacinto Di Salvo è ritenuto reggente del mandamento mafioso di Bagheria, in atto detenuto, tratto in arresto nell’operazione denominata “Argo”, per aver diretto il mandamento e la famiglia mafiosa di Bagheria, coordinando costantemente le attività illecite degli altri affiliati e capi famiglia, in particolare nel settore delle estorsioni alle imprese e agli esercizi commerciali della zona.
Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato i seguenti beni:
n. 4 appezzamenti di terreno siti in Misilmeri;
n. 1 appartamento sito in Bagheria;
n. 2 autoveicoli;
n. 1 motoveicolo;
n. 13 rapporti bancari.