Arresto Matteo Messina Denaro, il fratello del piccolo Di Matteo: ''Mi auguro possa vivere a lungo per soffrire come Giuseppe''

Ringrazio le forze dell'ordine e la magistratura, che ci sono sempre stati accanto

ALTOFONTE, 16 gennaio - "Ho letto che è malato. Mi auguro che possa vivere il più a lungo possibile per avere una lunga sofferenza, la stessa che ha imposto a mio fratello, un ragazzino innocente".

A dirlo all'Adnkronos è Nicola Di Matteo, fratello del piccolo fratello del piccolo Giuseppe, il bambino strangolato e poi sciolto nell'acido, su ordine, tra gli altri, di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato, e Matteo Messina Denaro, nel giorno dell'arresto da parte dei carabinieri del Ros in una clinica di Palermo dell'ex primula rossa della mafia. La notizia della cattura del superlatitante è stata appresa da Nicola e dalla madre con "gioia mista a pianto".

"Si è riaperta una ferita, il ricordo di quel periodo orrendo. Ringrazio le forze dell'ordine e la magistratura, che ci sono sempre stati accanto. Lo Stato ha i suoi tempi ma vince sempre". L'auspicio di Nicola Di Matteo, adesso, è che "si faccia luce anche sulle coperture" che hanno consentito una latitanza lunga 30 anni. "Speriamo che tutta la verità possa venire a galla". L'arresto dell'ex superlatitante è avvenuto a Palermo. "Questi criminali non si allontanano mai troppo dai loro territori in cui possono contare su una fitta rete di persone pronte a proteggerli". Uomini e donne fidati su cui gli investigatori in questi anni hanno stretto il cerchio.

"Da tempo le forze dell'ordine stavano dietro al latitante, seguendo tutti i movimenti delle persone a lui più vicine sino ad arrivare all'arresto oggi". Per il fratello del piccolo Giuseppe non è possibile il perdono. "E' una cosa impensabile davanti alle atrocità che hanno imposto a Giuseppe. Non si può perdonare una cosa del genere. Giuseppe era un ragazzino, impensabile il perdono. Adesso deve soffrire come mio fratello", conclude non nascondendo la sua "rabbia".

(fonte: Adnkronos)