Un'inedita opera documentata dello scultore Vicenzo Genovese presso l’Arcipretura Santa Maria d’Altofonte
Risale alle seconda metà dell'800
ALTOFONTE, 31 gennaio – Dal desiderio e dalla volontà di padre Nino La Versa di ampliare la conoscenza ed il bagaglio culturale della comunità di Altofonte, dopo un lavoro certosino di Rosalia Marfia e Serafina Sciortino, con la collaborazione di Giovanni Di Matteo, presso i locali dell’abbazia di Santa Maria d’ Altofonte (attuale archivio parrocchiale), nasce la biblioteca intitolata al “Canonico Giovan Battista Lo Cicero”.
Dopo aver visionato i documenti con padre Vincenzo La Versa, e dopo un lungo confronto con lo studioso Arcangelo Vullo, curatore insieme a Michele Cutaia (marito della nipote del Genovese) del volume sullo scultore Vincenzo Genovese che prossimamente verrà messo in stampa, si è deciso di comunicare alla comunità la scoperta effettuata.
Vincenzo Genovese (1826-1900) nativo di Barcellona Pozzo di Gotto, ma di formazione palermitana, operò a Palermo nella seconda metà dell'800, dalla Sicilia Borbonica a quella Sabauda, segnando la sua presenza di scultore specializzato in opere d'arte sacra lignee e marmoree diffuse in tutta l'Isola.
Dai documenti visionati emerge che ad Altofonte nel 1764 Monsignore Giuseppe Barlotta ultimo abate dell’Abbazia di S. Maria di Altofonte di Parco, eresse a sue spese l’attuale Collegio di Maria ed istituì la Deputazione di San Giuseppe. La Deputazione è un organo collegiale composto in questo caso dalle maestranze locali, le quali avevano il compito di festeggiare il Patriarca San Giuseppe.
Per circa due secoli come si deduce dalla lettera dell’economo, il sacerdote Luigi Guadagnini, la Deputazione si è prodigata a solennizzare la festa del Santo Patriarca ed a occuparsi dei paramenti e simulacri come si apprende dallo Statuto e regolamento conservato presso l’archivio diocesano di Monreale datato 20 novembre 1904.
Riportiamo una parte del documento. La Deputazione, il cui presidente era il farmacista Luigi Bonifacio (avo della famiglia Corsaro) dichiarava: «Da oltre due secoli, entro la chiesa del collegio di Maria del nostro Comune,una Deputazione composta da cittadini distinti per fervido sentimento e religioso patriottico, riconosciuta dalle autorità ecclesiastiche e civili, ha disimpegnato sempre con zelo ed onore la solennizzazione della festa del Patriarca San Giuseppe, la di cui ricorrenza succede il giorno 19 marzo di ogni anno».
Inizialmente, durante la festività era solamente condotto in processione il simulacro di San Giuseppe, in un secondo periodo, vengono aggiunti i simulacri di Maria ed il Bambino, però «passati pochi anni, per opera di detta Deputazione alla sopradetta statua si vollero aggiungere altri due sacri personaggi cioè: la Madonna ed il Bambino, non di legno bensì con testa mani e piedi di cera, e quindi impagliati».
È proprio il rimpiazzo di queste due figure che, come vedremo, ci porta alla scoperta dell’opera del Genovese, infattil a Deputazione decide di sostituire la Madonna ed il Bambino, visto il notevole stato di usura:«sotto questa deputazione al 1857 si fecero due nuove statue di legno cioè; la Madonna ed il Bambino, perché quelle antiche si erano quasi consumate essendo di cera come sopra detto; e queste statue sono in venerazione nella Chiesa del Collegio di Maria di Parco.- Lo scultore fu: Vincenzo Genovese».
E nel 1880 come descritto nella lettera dell’economo, la Deputazionecommissiona un nuovo simulacro di San Giuseppe con un bastone d’argento che ,dopo un confronto con lo studioso Arcangelo Vullo, si suppone sia riconducibile ai Bagnasco probabilmente Rosario.
Anche se le documentazioni riportano la commissione di due figure (Madonna e Bambinello), solo la Madonna è stata realizzata dal Genovese, il Bambinello potrebbe essere stato sostituito o modificato.
Inoltre presso l’Arcipretura Santa Maria d’Altofonte, abbiamo altre sculture del Genovese: Santa Rosalia, la Madonna del Carmelo, l’Assunta “ Dormitio” ed infine l’Immacolata, sculture che saranno inserite nel volume sul Genovese curato da Arcangelo Vullo e Michele Cutaia.
Si ringrazia padre Vincenzo La Versa per il continuo sostegno,l’Archivio Storico Diocesano di Monreale nella persona della dottoressa Manno, lo studioso Arcangelo Vullo e Giovanni Di Matteo.