Altofonte, il dibattito mancato fra i candidati sindaci: una grande occasione sprecata

Scelte che rispettiamo, ma riteniamo incomprensibili

ALTOFONTE, 23 maggio – L’occasione sarebbe stata ghiotta ed avrebbe costituito probabilmente una novità assoluta per il paese di Altofonte, oltre che una sicura occasione di crescita culturale. Il dibattito fra i candidati a sindaco del comune parchitano, lo diciamo senza remore, sarebbe stato un momento di trasparenza e di democrazia.

Usiamo il “sarebbe”, quindi il condizionale, poiché, come sembra in queste ore, l’appuntamento non si terrà a causa della riluttanza e della ritrosia di gran parte dei candidati che (strategie loro) preferiscono il metodo classico del porta a porta e degli incontri privati per raggiungere i loro potenziali elettori. Nulla da dire, per carità. Ognuno per rincorrere il proprio obiettivo è libero di scegliersi il percorso che vuole.

Però, allo stesso modo di chi decide di presentarsi alla città per proporre la propria candidatura, chi si rivolge all’opinione pubblica, presentando la propria informazione nel tentativo di raccontare i fatti che si susseguono, ha parimenti il diritto di esprimere le proprie valutazioni.

Ed è proprio in questa fase che non possiamo esimerci dal restare perlomeno basiti di fronte al diniego di voler partecipare ad un incontro-dibattito pubblico finalizzato a raggiungere i cittadini in maniera diretta, chiara e soprattutto trasparente che ci è stato opposto in maniera pressoché massiccia dai candidati. Sì, perché un dibattito ad Altofonte non avrebbe avuto assolutamente il sapore di un’adunanza della Carboneria, dei Beati Paoli o di qualche altra setta segreta. Non avrebbe avuto la finalità di tendere un’imboscata a qualcuno, di inchiodare qualche altro di fronte agli innegabili problemi del paese. Avrebbe avuto solo l’obiettivo di informare i cittadini-elettori e di renderli un po’ più consapevoli al momento di operare la loro scelta nel chiuso dell’urna elettorale. Tutto qui. Ci sarebbero state regole certe di tempo a disposizione, di turni per rispondere ai quesiti ed anche alla presenza della Forze dell’Ordine, nel rispetto delle regole del vivere civile e di quella “par condicio” che costituisce linea guida irrinunciabile per chi fa (con tanta dignità) questo mestiere ormai da tanti anni.

Nulla di tutto questo. Ci sono state opposte le motivazioni più disparate: dal pericolo di trovarsi in mezzo ad un’arena, alla presunta non utilità dell’evento. Ci è stato proposto pure che le domande le avrebbero dovute scegliere i candidati stessi. Ci mancava poco e ci avrebbero chiesto di occuparci solo di fare il caffè o di vendere i gelati. Ovviamente abbiamo detto di no ed abbiamo preferito rinunciare e lasciare che il metodo della conquista del voto avvenisse, come sempre: col bisbiglio, con le cose dette e non dette, insomma con la trasparenza negata di sempre.

Peccato, perché i confronti tra candidati sindaci avvengono dovunque, da New York a Caropepe, da Parigi a Rocca Cannuccia. E a condurli sono i giornalisti della CNN, così come dell’ultima testata locale. Evidentemente, e lo diciamo con dispiacere, Altofonte decide di fare eccezione, con buona pace della trasparenza e dell’informazione dei cittadini. Ad Altofonte le elezioni si terranno ugualmente (ci mancherebbe), l’acqua continuerà a scorrere come sempre, ma questa, nessuno ce ne voglia, sarà una grande occasione sprecata.

 

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