Portella della Ginestra, diecimila persone stamattina sul luogo della strage

Presenti anche alcuni sindaci del territorio

PIANA DEGLI ALBANESI, 1 maggio – Oltre diecimila persone erano presenti oggi a Portella della Ginestra, sul pianoro insanguinato settanta anni fa da mafia e banditismo, parte di un intreccio di interessi ancora senza nome. Ben centotrenta i pullman che hanno portato militanti sindacali, giovani, lavoratori, famiglie. Tutti a rivendicare il diritto al lavoro e ad ascoltare i tre leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Migliaia di bandiere agitate al vento, sotto un sole che illumina questa porzione di Sicilia, dove 70 anni fa marciava il mondo lavoro. Allora come oggi. Presenti anche numerosi sindaci del territorio.

Alle 9,30 è partito il corteo in direzione della Casa del Partigiano. Da qui la celebrazione, che avviene in una giornata di pieno sole, si è spostata a Portella della Ginestra sul Memoriale della strage di 70 anni fa, dove i segretari confederali hanno tenuto i propri discorsi. Davanti alla cappellina dove sono state raccolte le vittime dell'eccidio di 70 anni fa, una piccola folla di amministratori, sindacalisti e cittadini ha partecipato a un breve momento di preghiera guidato dal vescovo di Piana. Poi sono stati letti i nomi delle vittime e un carabiniere ha suonato con la tromba "Il silenzio".

"Il messaggio di oggi deve essere lavoro, lavoro, lavoro" ha detto Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, in occasione delle celebrazioni della Festa dei Lavoratori. "Siamo qui contro le mafie, siamo qua per mettere al centro del dialogo sul futuro il tema dell'occupazione dei nostri giovani che non trovano lavoro e sono costretti ad abbandonare il nostro Paese. Abbiamo bisogno delle loro intelligenze per proiettarci nel domani", ha aggiunto ai microfoni di SkyTg24.

"È un primo maggio di impegno e non di festa perché c'è poco da festeggiare. Siamo qui per rivendicare l'opportunità di far riprendere l'economia del Paese mettendo al centro del dialogo l'articolo 1 della Costituzione, cioè che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E vediamo di non affondarla sul lavoro", ha dichiarato Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil ai microfoni di Sky tg24.
"Settanta anni fa la strage di Portella della Ginestra segnò il tentativo delle classi dirigenti di allora di fermare il lavoro, la distribuzione delle terre, di affermare la subalternità dei lavoratori. Non bisogna dimenticarlo perché è troppo facile costruire una narrazione per cui la responsabilità delle imprese diventano responsabilità dei lavoratori. Oggi questa giornata serve per rimettere in cima il lavoro e la dignità delle persone e per sottolineare che ben poco si fa per creare lavoro e prospettive per i giovani", ha detto la leader della Cgil Susanna Camusso.

"Abbiamo commesso i nostri errori, registrando in ritardo certi processi. Ma i sindacati sono necessari come e più di prima, perché in una società così frammentata e piena di problemi serve unità, bisogna stare assieme", ha affermato la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso al Fatto Quotidiano. La vicenda dei voucher secondo la Camusso dimostra la necessità dei sindacati. "Non la leggo come una sconfitta dell'esecutivo, ma come un nostro grande risultato - spiega - Per la prima volta da molto tempo a questa parte, abbiamo rimesso il lavoro al centro dell'agenda politica".
Anche la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi è arrivata al sacrario delle vittime di Portella della Ginestra per portare il suo omaggio nei 70 anni della strage. Sul posto Serafino Petta, 86 anni, sopravvissuto all'eccidio. Il sindaco di Piana Vito Scalia ha accompagnato la Bindi, mentre alcuni cittadini hanno chiesto alla presidente della commissione la pubblicazione degli ulteriori atti sulla strage.

"Tutto quello che abbiamo in nostro possesso l'abbiamo reso pubblico. Se sono necessari ulteriori approfondimenti li faremo in direzione di questo processo per fare verità. Siamo la prima istituzione ad avere reso pubblici gli atti di Portella della Ginestra e sono sicura che molte delle cose che i familiari delle vittime chiedono sono a disposizione dopo l'ultima desecretazione. Anche tutti gli altri facciano lo stesso e aprano gli archivi", ha dichiarato Bindi.

 (fonte: quotidiano.net)