La legge prevede la decadenza di sindaci e giunta, oltre che dei consigli comunali
PALERMO, 19 settembre - Il consiglio regionale dell'AnciSicilia, riunitosi questa mattina a Villa Niscemi, ha deciso che, non appena ci saranno le condizioni giuridiche, avvierà azioni legali a sostegno dei comuni che proporranno il ricorso al Tar sull’articolo 5, comma 1 della legge regionale 11 agosto 2016 n. 17 recante "Disposizioni in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunali e di cessazione degli organi comunali. Modifica di norme in materia di organi di revisione economico - finanziaria degli enti locali e di status degli amministratori".
Detta legge ha, infatti, introdotto una modifica dell’articolo 11 della legge regionale 35/97, in base alla quale “la cessazione del consiglio comunale per qualunque altra causa comporta la decadenza del sindaco e della rispettiva giunta e la nomina di un commissario”.
“E’ necessario contrastare – hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale di Anci Sicilia – una impostazione che rischia di mettere sotto scacco circa 250 amministratori dell’Isola, ovvero tutti quelli che non hanno approvato il Bilancio di Previsione 2016. Secondo la nuova norma, infatti, se il bilancio comunale non verrà approvato secondo i termini stabiliti dalla legge, ad andare a casa non saranno solamente i consiglieri comunali in carica, bensì anche il sindaco e la giunta della città.
La circolare dell’assessorato regionale delle Autonomie Locali del 16 settembre 2016 ha infatti precisato che, in virtù delle nuove norme entrate in vigore nei giorni scorsi, la cessazione anticipata per “qualunque causa”, tra cui rientra la mancata approvazione del bilancio di previsione, comporterà non solo lo scioglimento del consiglio comunale ma anche la cessazione anticipata della carica del Sindaco e della Giunta”.