È una pianta rustica che si adatta ad ogni tipo di terreno
ALTOFONTE, 10 settembre - Crataegus azarolus L., chiamato comunemente “azzeruolo” o “lazzeruolo” è una pianta da frutto originaria dell’oriente (da Creta al Turkestan), da cui in epoche successive è stato introdotto nelle altre regioni mediterranee. In Italia è coltivata da molto tempo ed ha trovato in Sicilia l’ambiente ideale per vegetare.
Allo stesso genere botanico appartiene il comunissimo biancospino (Crataegus oxyacantha).
La pianta, di taglia limitata (da 4 a 8 m), ha un portamento di tipo arbustivo o di piccolo albero, con rami provvisti di spine negli stadi giovanili. Le foglie sono di forma lancinata, con margine a volte interno, a volte dentato, di consistenza coriacea e leggermente pubescenti. I fiori si ritrovano riuniti in corimbi, sono bianchi e presentano di norma due stili centrali e stami con antere rosso-violacee; la fioritura è abbondantissima e avviene da aprile a maggio.
Il frutto è un pomo di forma globosa, di piccole dimensioni (circa 2-3 cm di diametro), con epidermide di colore amaranto, bianco o giallo alla maturazione in base alla varietà, e contiene una polpa carnosa commestibile dal sapore agrodolce che arriva a maturazione nel mese di settembre; i semi sono in numero variabile da 1 a 5.
Tra le varietà più di pregio si possono ricordare la “Rossa d’Italia”, la “Bianca d’Italia” e la “Gialla del Canada”.
L’azzeruolo è una pianta molto rustica che si adatta a molteplici tipi di terreno. Lo sviluppo è molto lento e per accelerare la messa a frutto si ricorre alla tecnica dell’innesto, utilizzando come portainnesto il biancospino; più di rado si ricorre all’innesto su pero selvatico, nespolo o cotogno.
Le bacche di azzeruolo hanno proprietà antianemiche e sono ricche di vitamina C e provitamina A, inoltre contengono principi attivi a azione cardiotonica, ipotensiva ed antiossidante.
Nelle campagne di Altofonte l’azzeruolo si rinviene, in esemplari isolati, allo stato spontaneo o all’interno di frutteti familiari.