Alla riscoperta dei fruttiferi minori: il sorbo domestico

E' una pianta arborea, originaria dell'Europa Meridionale, Asia Minore e Africa settentrionale

ALTOFONTE, 29 agosto - Nell’ambito del panorama frutticolo del nostro territorio, si rinvengono molteplici specie considerate minori per diffusione e importanza economica, ma spesso di notevole interesse storico, paesaggistico e bio-agronomico.

Da questo numero andremo alla riscoperta di alcuni di questi “fruttiferi minori”, quali il sorbo, l’azzeruolo, il nespolo comune, il carrubo, il gelso da frutto, il melograno ecc., spesso dimenticati o in via di abbandono, al fine di fornire un contributo per rilanciarne la loro coltivazione e mettendo in rilievo il loro valore nella salvaguardia del patrimonio sia naturale che culturale, ma anche come valore ornamentale.
Questi fruttiferi hanno degli estimatori che ricercano dei sapori perduti e frutti che non subiscono alcun trattamento antiparassitario per via della loro notevole rusticità.
Il Sorbo domestico
Il sorbo domestico (Sorbus domestica L.) è una pianta arborea, originaria dell'Europa Meridionale, Asia Minore e Africa settentrionale, molto apprezzata sia per il suo legno, che come pianta da frutto e ornamentale.
Si tratta di una specie che già nell’antichità è stata oggetto di coltivazione in Italia, anche se considerato un frutto marginale: sono rari, infatti, gli esempi di sorbeti specializzati mentre esistono per lo più esemplari in coltura isolata.
La pianta, di lenta crescita e molto longeva, è abbastanza resistente al freddo, tollera periodi di siccità e si adatta a molteplici tipi di suolo.
I frutti, ricchi di acido tartarico, citrico, sorbico e malico sono dei piccoli pomi, detti “sorbe” portati in gruppi di 4-10, di 2-3 cm di diametro, simili nell’aspetto a delle piccole mele o a delle pere, a seconda della loro appartenenza alla sottospecie malifera (sorbo mela) o pyrifera (sorbo pera); la buccia è gialla o verdastra, spesso soffusa di rosa o rosso.
Tra le diverse varietà, quelle ritenute di magior pregio sono la “Sorba pera maggiore settembrina” e la “Sorba mela ottobrina”.
Le sorbe al momento della raccolta sono immangiabili, diventano eduli solo dopo un periodo di ammezzimento che porta all’intenerimento e all’imbrunimento della polpa, mediante una leggera fermentazione, fatto che ne limita molto la commerciabilità e fa si che questi frutti siano ricercati solo da una ristretta cerchia di estimatori.
Oltre al consumo diretto, le sorbe sono utilizzate per preparare confetture, un particolare sidro molto apprezzato in Francia e Germania, e per fare liquori. In fitoterapia i frutti assumono proprietà astringenti, detergenti e tonificanti. Il legname compatto duro, e pesante, è ricercato per lavori di tornio e di ebanisteria.

Il sorbo è pianta tintoria: dal legno giovane può essere estratto un liquido scuro pregevole per tingere i tessuti, mentre il tannino estratto dalle foglie un tempo serviva per conciare le pelli.
Tenuto conto della elevata rusticità e resistenza alle avversità, è particolarmente indicato per la coltivazione biologica, per la valorizzazione di aree marginali di collina e montagna anche in terreni poveri e declivi.
La pianta, essendo molto decorativa, in particolare quando è carica di fiori e poi di frutti, viene coltivata anche a scopo ornamentale.