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"Vogliamo verità e giustizia, ancora molti i punti oscuri della strage di Bologna"

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Oggi Altofonte ha reso omaggio ai tre fratelli che vi persero la vita

ALTOFONTE, 2 agosto – “Verità a giustizia perché è mortificante che dopo 36 anni non si conosca ancora il perché della strage di Bologna”. Con queste parole il sindaco di Altofonte, Nino Di Matteo ha reso onore stamattina ai fratelli Marino, altofontini, che furono uccisi in quella tragica circostanza.

Anche quest’anno, come di consueto, la comunità altofontina ha commemorato Angelina, Domenica e Luca Marino, vittime del tritolo stragista, che determinò la morte di 85 persone, mentre altre 200 furono ferite nella stazione del capoluogo emiliano.
Oggi, di prima mattina, una messa è stata celebrata da don Paolo, il sacerdote brasiliano che sostituisce temporaneamente don Nino La Versa, poi trasferimento al cimitero altofontino, dove alle 10,25, ora in cui avvenne la strage, è avvenuta la commemorazione vera e propria. Alla cerimonia, oltre al sindaco, erano presenti il vice Giuseppe Castellese, il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Polizzi, l’assessore Salvatore Anitra, la polizia municipale, oltre, ovviamente, ai familiari delle vittime.
Angelina, Domenica e Luca Marino erano emigrati per lavoro e quella mattina del 2 agosto 1980 stavano prendendo il treno per tornare in Sicilia, nel loro paese, Altofonte, dove ancora i loro familiari li aspettano e li ricordano ad ogni triste ricorrenza. Luca aveva 24 anni (la sorella Angelina ne aveva 23 e Domenica 26) ed era fidanzato; era contento di tornare nella sua terra con la propria ragazza, Antonella Ceci (appena 19 anni), per presentarla ai familiari.