Limone, la “patuta” della pianta per la produzione dei verdelli

Uno stratagemma per ottenere una qualità molto richiesta dal mercato

ALTOFONTE, 10 luglio - Si ritiene che il limone derivi dal più antico cedro, e sia originario, unitamente ad altri agrumi, di una vasta area compresa tra la Cina meridionale, l’Indocina, la penisola di Malacca e, probabilmente, la parte orientale della penisola indiana.

In Europa, la prima coltivazione di limoni è stata avviata in Sicilia dopo il X secolo, concentrandosi principalmente lungo le aree costiere tirreniche e ioniche. Le province più interessate sono Palermo, Catania, Messina e Siracusa.
La varietà più diffusa in tutta la fascia costiera del palermitano è il “Femminello comune”, detto anche limone comune, con buone caratteristiche produttive e qualitative, e una spiccata capacità a rifiorire che consente di ottenere limoni con caratteri diversi nel corso dell’anno: marzani, invernali, maiolini, verdelli e bastardi o codoni (curidduni).
Di tutte le produzioni ottenibili, quella che ha destato notevole interesse da parte dei limonicoltori, grazie soprattutto ai ricavi più elevati, è quella dei “verdelli” in quanto si realizza in un periodo dell’anno (da luglio a settembre) in cui c’è una scarsa offerta di prodotto e una maggiore richiesta e di conseguenza i prezzi sono molto più alti rispetto a quelli dei limoni invernali.
La produzione normale di verdelli, che si caratterizzano per avere un epicarpo liscio e verde e succo a bassa acidità, può essere esaltata in alcuni ambienti pedologici con la tecnica della “forzatura” estiva che consiste nel fare “soffrire” la pianta attraverso la sospensione, all’inizio dell’estate, dell’irrigazione per 2-3 adacquamenti e riprenderla, dopo un’adeguata concimazione azotata, dopo 30-40 giorni, quando la pianta abbia “patutu” abbastanza, ossia abbia raggiunto lo stato di stress e si presenta con le foglie appassite e accartocciate.
La pianta, in conseguenza dello stress idrico, è indotta ad una abbondante emissione di germogli e di fiori, dovuta in parte a gemme differenziatesi in precedenza, in parte a gemme indotte a differenziazione morfologica a fiore, quale effetto proprio dello stress idrico. I frutti che ne derivano, chiamati “verdelli”, giungeranno a maturazione nell’estate successiva, in un periodo in cui c’è più richiesta.
Questa tecnica, scoperta per puro caso, rappresenta una particolarità che lega la produzione al territorio. Nel 1866 ad un agricoltore di Ciaculli (Pa), per motivi vari, dal primo di aprile non gli venne più fornita l’acqua per l’irrigazione del suo limoneto. La vicenda finì in tribunale ed alla fine il giudice dispose il ripristino della fornitura irrigua dato che il limoneto versava in condizioni ormai prossime al disseccamento. Alla ripresa delle irrigazioni a fine luglio, le piante tornarono a nuova vita ricoprendosi di foglie e fiori, e l’agricoltore, disperato, pensava che quella fioritura avrebbe portato alla formazione di frutti pessimi.
L’anno successivo, invece, scoprì che quella fioritura permise una produzione straordinaria di limoni da raccogliersi in piena estate; il colore rimaneva verde, e pertanto li chiamarono “verdelli”.