Francesco Paolo Di Carlo, un uomo che ha fatto la storia di Altofonte

Ieri presentato il libro sulla vita dell’eroe della 1ª guerra mondiale. LE FOTO

ALTOFONTE, 10 giugno – La figura di Francesco Paolo Di Carlo, soldato di leva altofontino della 1ª guerra mondiale, è stata al centro dell’incontro che si è tenuto ieri presso la Biblioteca comunale “Vernaci”, nella quale è stato presentato il libro “Memorie di Guerra”.

Alla manifestazione hanno preso parte il sindaco Antonino Di Matteo, l’assessore alla Cultura, Fina Cappellino, e la responsabile della biblioteca stessa Maria Reina. Il seminario, già destinato agli alunni di terza secondaria di I° dell’istituto “Armaforte” in occasione de Il maggio dei Libri, ha offerto lo spunto per parlare della I guerra mondiale (e dei suoi orrori) nel corso della quale tra 1915 e 1918 molti giovani di Parco (oggi Altofonte) combatterono, soffrirono e morirono nel gelido nord Italia per conquistare Trento e Trieste.

Ad Altofonte a testimonianza del sacrificio della loro vita per la Patria restano alcune fonti storiche iconografiche, documentarie e narrative, come ad esempio il quadro con le foto e i nominativi di 81 eroi caduti di Parco (del quale esistono due esemplari, uno presso la sede dell’Associazione Nazionale Combattenti reduci ed anziani Sezione di Altofonte; l’altro presso il plesso della scuola elementare Di Carlo), la targa marmorea sul prospetto del Municipio (sulla quale in un distinto ordine sono incisi i nominativi dei caduti altofontini della II Guerra Mondiale). Così come i cipressi (ormai in pochi esemplari) in viale della Rimembranza sui quali le fonti orali tramandano che ognuno di loro fosse stato piantato dagli scolari per ricordare ciascuno dei militi di Parco caduti nella Grande Guerra e l’Albo d’oro in Biblioteca.

Ripresi dall’oblio i “Ricordi di guerra” di Francesco Paolo Di Carlo, sono stati pubblicati di recente dal figlio Eugenio per i tipi di Nuova Ipsa editore e costituiscono un’interessante fonte scritta non censurata (come afferma Serafina Sciortino) dell’esperienza della guerra, della vita in trincea e della sua prigionia, a causa della quale arrivò fino in Ucraina.

Finita la guerra, dopo molti mesi Francesco Paolo Di Carlo tornò in Sicilia e non senza difficoltà a causa dei tempi difficili del primo dopoguerra si laureò in lettere. Al Parco fu designato a rivestire i più importanti incarichi pubblici: dopo essere stato podestà (periodo durante il quale fu deciso con Regio Decreto il cambiamento della denominazione del paese da Parco ad Altofonte), fu sindaco, Presidente della Cassa Rurale ed Artigiana, braccio destro del parroco Giambanco nell’incarico di Presidente della Giunta parrocchiale nel coordinamento delle numerose associazioni cattoliche. Fu professore alla scuola media, persona integerrima, colta e dalla profonda religiosità: “ogni sera si chiedeva se avesse svolto bene il proprio lavoro”, ha ricordato poi figlio Eugenio e che si rattristasse se qualche alunno non fosse preparato abbastanza durante le interrogazioni.

Lo staff che ci ha permesso in queste settimane di conoscere la figura di Francesco Paolo di Carlo inserendola nel contesto più ampio della vita dei soldati italiani alla Prima Guerra mondiale è formato dal figlio Eugenio Di Carlo, da Serafina Sciortino (antropologo culturale), da Veronica Di Maio (architetto pianificatore urbanista), da Maria Concetta Greco (vicepresidente dell’Associazione VolereVolare di Belmonte), dallo studente dell’Armaforte, Andrea Terrasi, dall’avvocato Luciana Sala, da Miriam Re, psicologo. Fra gli uditori del seminario i soci dell’Associazione Nazionale Combattenti reduci e anziani – Sezione di Altofonte con il loro presidente, Enzo Cutrono.