A giudizio ci sono Salvatore Raccuglia, Salvatore La Barbera e Giuseppe Serbino
PALERMO, 3 maggio – Nel giudizio d'appello nel processo riguardante le estorsioni all'imprenditore di Altofonte Giovanni Sala, che si è costituito parte civile, l'accusa formula le sue richieste, confermando le condanne inflitte in primo grado.
Secondo il pg Giuseppina Motisi le condanne nei confronti degli imputati devono essere le stesse di quelle inflitte dal Gup Wilma Mazzara il 28 febbraio dell’anno scorso. Dunque 16 anni, in continuazione con una precedente sentenza per fatti analoghi, a Salvatore Raccuglia, 8 per Salvatore La Barbera; 6 anni e 6 mesi per Giuseppe Serbino.
Il giudizio è in corso col rito abbreviato alla seconda sezione della Corte d’appello, la requisitoria viene tenuta davanti al collegio presieduto da Fabio Marino, a latere Salvatore Barresi e Alfonsa Ferraro.
Non solo estorsioni, pure associazione mafiosa: un quarto imputato ha scelto il rito ordinario e il 5 dicembre, senza gli sconti di un terzo previsti per l’abbreviato, Andrea Di Matteo aveva avuto 10 anni. Raccuglia segue in videoconferenza dal supercarcere di Sassari, La Barbera e Serbino sono detenuti e sono in aula. Contro di loro le accuse dell’imprenditore Giovanni Sala, che aveva deposto in tribunale nel processo contro il solo Di Matteo.
Dopo la denuncia, La Barbera era stato arrestato mentre ritirava il pizzo. Parte civile anche il Comune di Altofonte (avvocato Laura Valdesi) e il centro Pio La Torre (avvocato Anna Tirrito).
(fonte: Giornale di Sicilia)