Andrea Di Carlo, 22 anni è stato arrestato dai carabinieri di Misilmeri
MEZZOJUSO, 5 settembre – C’è anche un altofontino tra le persone coinvolte nell’azione condotta dai carabinieri della Compagnia di Misilmeri, che hanno tratto in arresto sei persone perché corresponsabili di avere realizzato una piantagione di marijuana. Si tratta di Andrea di Carlo, 22 anni, cittadino parchitano.
La vicenda è nata quando un carabiniere libero dal servizio con la passione per la caccia, durante un battuta scorge in campagna tra la macchia mediterranea una piantagione e segnala il tutto ai militari della Compagnia di Misilmeri che trovano in un vasto appezzamento di terra esteso 2.000 metri quadrati, sito in contrada Farra e nascosta tra una fitta vegetazione, una piantagione di “marijuana” composta da circa 900 piantine di “cannabis” alte circa 180 centimetri in fase di fioritura. La piantagione è dotata di un impianto di irrigazione alimentato da un gruppo elettrogeno a benzina nonché attrezzatura varia per la gestione della coltivazione stessa (concimi, tubi di gomma, impianto di irrigazione con pompa sommersa per pozzo, etc.) Le piante, suddivise in tre lotti, erano state occultate sfruttando la vegetazione al fine di non poter essere individuate dall’alto.
Pertanto i Carabinieri hanno tratto in arresto per il reato di coltivazione di sostanza stupefacente il proprietario del terreno ove insiste la piantagione descritta, Tommaso Perniciaro, di Mezzojuso, 62 anni.
A seguito delle indagini i carabinieri hanno ancora tratto in arresto sempre per il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti i sotto indicati soggetti quali ritenuti corresponsabili: Antonino La Duca, palermitano 61 anni, L. D. S., nato ad Aliminusa, 63 anni, residente a Palermo, P. M., di Palermo, 42 anni, Lorenzo La Mantia Lorenzo, palermitano di 48 anni, Andrea Di Carlo, 22 anni di Altofonte .
I soggetti si sarebbero alternati secondo turnazioni dalle 6 alle 18 e dalle 18 alle 6 e tra “i montanti” e “gli smontanti” vi era anche il passaggio del cibo, dolci compresi.
Tra i soggetti addetti alla vigilanza vi sarebbero stati taluni in possesso del porto d’armi uso caccia e muniti di armi lunghe al fine di confondersi tra i cacciatori che in questo periodo frequentano le campagne ma principalmente per garantire una difesa armata alla piantagione.
Le piantine estirpate sono state sequestrate ed inviate presso il laboratorio analisi della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Palermo per il campionamento e gli accertamenti di rito. Anche l’attrezzatura rinvenuta sul posto è stata posto sotto sequestro. Gli arrestati sono stati condotti presso il carcere dei “Cavallacci” di Termini Imerese in attesa dell’udienza di convalida.