Skip to main content

Piana degli Albanesi, una coltivazione di marijuana indoor: arrestati padre e figlio di Villaciambra

| Enzo Ganci | Cronaca nera

La piantagione, secondo le stime, avrebbe potuto fruttare 250 mila euro

PIANA DEGLI ALBANESI, 21 giugno - I carabinieri della Compagnia di Monreale hanno scoperto e sequestrato una piantagione di marijuana, ricavata all’interno di un casolare costruito abusivamente in contrada Dingoli, nel bel mezzo della campagna pianese, in un’area difficilmente accessibile e isolata dalle principali vie di transito.

A finire in manette, B. M., 48 anni e B. S., 26, entrambi residenti a Villaciambra, rispettivamente padre e figlio e proprietari del terreno in cui i due uomini, da mesi, curavano la crescita delle piante di canapa indiana.
Il loro arresto, affermano i militari, maturato a conclusione di mirati servizi di osservazione, finalizzati ad arginare il dilagante fenomeno della coltivazione illecita di sostanze stupefacenti nelle piazze di spaccio della provincia di Palermo.
I carabinieri, dopo aver fatto irruzione nell’immobile, hanno rinvenuto all’interno circa 500 piante di cannabis indica in vaso, dell’altezza media di 80 centimetri per un peso complessivo di 50 chili, nonché 550 germogli della stessa sostanza, contenuti in altrettanti vasi da giardino.
L’intera struttura in muratura, servita, peraltro, da un impianto professionale di illuminazione artificiale solare e da un sofisticato sistema di aerazione, che consentiva il mantenimento della temperatura interna costante, era abusivamente allacciata alla rete elettrica pubblica, per consentire il funzionamento delle apparecchiature elettroniche utilizzate.
Durante la perquisizione degli ambienti, sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro le lampade, gli aspiratori, i termoconvertitori, i ventilatori a piantana, i termometri per ambienti e tutti i concimi e le sostanze stimolanti usati per favorire e velocizzare la crescita degli arbusti.
Secondo una prima stima, la piantagione indoor, una volta pronta ed essiccata, avrebbe potuto fruttare circa 250.000 euro nel mercato illecito dello vendita delle sostanze stupefacenti.
Il campionamento della sostanza è stato effettuato a cura dei Carabinieri del L.A.S.S. del Comando Provinciale di Palermo, al fine di accertare l’esatto principio attivo della stessa.
B.M. e B. S., padre e figlio sono finiti in manette per il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti e furto aggravato di energia elettrica. I due uomini sono stati condotti al carcere dei “Cavallacci” di Termini Imerese, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha coordinato le indagini.