Altofonte, domani pomeriggio si presenta il libro “Il Passaggio dei Mille dal Parco“ (22-24 maggio 1860)”
Appuntamento alle 16 in aula consiliare
ALTOFONTE, 23 maggio - In occasione della settima edizione de “Il Maggio dei Libri” domani pomeriggio alle 16 nell’Aula consiliare di Altofonte verrà presentato il libro “Il Passaggio dei Mille dal Parco “ (22-24 maggio 1860)”
Documenti degli atti del Convegno sul 150° dell'Unità d'Italia. Altofonte 18 dicembre 2011”. L’opera, corredata da un’interessante appendice documentaria, si propone di analizzare dal punto di vista storico, antropologico, sociopolitico alcuni degli aspetti salienti della Spedizione dei Mille in Sicilia ed il suo passaggio dal Parco, odierno Altofonte, attraverso i seguenti saggi, che gli stessi autori si pregeranno di illustrare: “Il senso storico del passaggio di Garibaldi per la cittadinanza di oggi”, di Miriam Re “I fatti di Parco nel racconto dei testimoni”, di G. Carlo Lo Nigro “Padre Carmelo: un illustrissimo sconosciuto”, di Claudio Lucia “Za Francischedda: un'eroina da non dimenticare”, di Vittorio Riera “Il sapore della libertà: per un'analisi antropologica del cibo durante la spedizione dei Mille”, di Serafina Sciortino “A tavola con i Garibaldini”, dell'ICS “E. Armaforte” di Altofonte “1910. Il Club Alpino Italiano di Palermo celebra il 50° della spedizione garibaldina: memorie, personaggi, gite patriottiche”, di Ermanno Petronici “Il Gotto di Parco”, di Alfredo Vassallo “La cronistoria del mirabile fatto di Parco attraverso i documenti" a cura di A. Marfia, M. Re, S. Sciortino, C. Lucia. Parco fu teatro delle operazioni garibaldine dal 22 al 24 maggio 1860, quando, a seguito della vittoria di Calatafimi, dei fatti di Partinico, della ritirata da Renda, Garibaldi ed i Mille, guidati dagli altofontini, in una notte tempestosa per un sentiero impervio dopo “la cavalcata sulle nuvole”, nel luogo allestirono campi militari, scavarono trincee, predisposero uomini e cannoni.
Pur tuttavia per il popolo di Parco come il resto del popolo siciliano, piegato ed affamato, la libertà, l’Unità d’Italia, e la scuola, declamate dai garibaldini settentrionali, avevano ben poca rilevanza se fosse continuato a mancare il pane e la terra, se in ogni territorio fossero rimaste integre le strutture ingiuste ed oppressive. Queste considerazioni il garibaldino Cesare Abba ascoltò da p. Carmelo, proprio a Parco sul monte Calvario quel lontano 22 maggio 1860, e più volte, colpito dalla loro fondatezza, Abba sarebbe ritornato a parlarne nei suoi scritti.
A Parco Garibaldi elaborò lo stratagemma noto come mirabile diversione e ingannevole mossa, che, distraendo i borbonici al fine di farli allontanare verso l’entroterra siciliano, permise ai Mille di cogliere Palermo di sorpresa, il 27 maggio 1860; fase fondamentale per la resa borbonica nel Regno delle Due Sicilie e per il conseguente raggiungimento dell’Unità d’Italia. Pur tuttavia la formazione del nuovo stato nazionale sarebbe avvenuta non senza contraddizioni.Momento saliente di questa iniziativa sarà la memoria di “za Francischedda”, la popolana di Parco uccisa per mano borbonica il 25 maggio 1860, per non aver voluto rivelare d’aver nascosto in casa propria un giovane garibaldino ferito di nome Carlo Mosto. A lei, il poeta Alessio Di Giovanni, dedicò il poemetto in dialetto siciliano “Za Francischedda”; egli stesso ne recitò i vibranti versi nella piazza di Parco il 22 maggio del 1910 durante la commemorazione per il Primo Cinquantenario della Spedizione dei Mille. Per la composizione dell’opera si era lasciato ispirare oltre che da un “cunto” popolare, anche dal ritratto che ne aveva fatto il pittore Luigi Di Giovanni nel 1890, andato perduto. Eppure il ricordo della vicenda suscita ancora interesse; nel 2005 è stato pubblicato “Lu seguitu di la storia” di Vittorio Riera, nel quale l’insigne autore s’interroga sul significato attuale di un gesto di così alto e materno eroismo, suggerendo alla Cittadinanza di soffermare lo sguardo su “tutta quella intensità, su tutta quella disperata e disperante rassegnazione dinanzi alle ingiustizie che ritratti e poemetto hanno lasciato trasparire”.
Quel ritratto che ispirò il primo poemetto, ma di cui è andata perduta ogni traccia, oggi viene riproposto in chiave moderna dai pennelli di Rosalia Merra, laureanda del Corso di conservazione e restauro dei beni culturali (Unipa), per essere collocato presso la Biblioteca C/le “G. Vernaci” di Altofonte, a futura memoria perché come ama affermare il prof. Riera, “za Francischedda è un’eroina da non dimenticare”.
La presentazione di una rarissima foto panoramica, rinvenuta per merito di un nostro concittadino, che riproduce il momento dell’inaugurazione dell’Obelisco a Garibaldi durante la gita patriottica a Parco del 22 maggio 1910, organizzata dal Club Alpino Italiano, completerà egregiamente questo evento di promozione del libro e della lettura per Il Maggio dei Libri 2017.