Don Tonino Bello, il vescovo col grembiule
Carissimo direttore,
certamente nella vita di ciascuno di noi non sono mancate personalità che si sono imposte per il fascino del loro pensiero e per il loro stile di vita.
Carissimo direttore,
certamente nella vita di ciascuno di noi non sono mancate personalità che si sono imposte per il fascino del loro pensiero e per il loro stile di vita.
Caro Direttore,
prendo spunto dagli accadimenti che hanno caratterizzato la ricorrenza del 25 aprile, per condividere alcune considerazioni.
Carissimo direttore,
con l'approssimarsi della Santa Pasqua, segnata quest'anno da violenze disumane ed odio sconfinato, da lutti e devastazioni nel cuore dell'Europa e nel Medio Oriente, desidero ricordare una delle figure più significative del cattolicesimo democratico del novecento quale fu don Primo Mazzolari.
Carissimo direttore,
questo mio contributo si propone di invitare ad una più attenta riflessione su una problematica presente nella nostra vita e con la quale dovremo confrontarci sempre più nel futuro.
Carissimo direttore,
soprattutto in vista delle tornate elettorali si discute molto del posto dei cattolici in politica e si evidenzia giustamente la loro scarsa incisività e la loro irrilevanza nel panorama politico attuale.
Carissimo direttore,
in un mondo alle prese con preoccupanti sfide umanitarie, tra guerre e cambiamenti climatici, si avverte sempre più il bisogno di persone che, nel proprio piccolo, mettano da parte atteggiamenti di rassegnazione e di indifferenza e lavorino con umiltà per generare una cultura densa di valori positivi.
Tra gli scopi dell’associazione “Liberi di I Lavorare”, che presiedo ormai da anni, oltre a contrastare il fenomeno mafioso e portare avanti e diffondere i principi della legalità con la presentazione di libri ed iniziative varie, c’è anche quello di perpetuare la memoria di quanti a causa della mafia persero la propria vita.
Carissimo direttore,
abbiamo recentemente ricordato Piersanti Mattarella, sottratto barbaramente all'affetto dei suoi familiari quando aveva appena compiuti 44 anni.
Carissimo direttore,
abbiamo il dovere di non cancellare dalla nostra memoria coloro che hanno dato la vita per la democrazia, la giustizia, il bene comune.
Nella piazza della nostra bella cittadina un albero spande i suoi rami, si erge dinanzi alla Cattedrale tutta d'oro e illumina con le sue luci gli occhi dei passanti.