Queste le parole dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi nell’omelia per il papa emerito Benedetto XVI
MONREALE, 4 gennaio – Come noto, si è svolta all’interno del duomo di Monreale lo scorso 2 gennaio la santa messa in suffragio del Papa emerito Benedetto XVI presieduta dall’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi.
Nel giorno in cui la liturgia fa memoria di due grandi padri e dottori della Chiesa, San Basilio Magno e San Gregorio Nazianzeno la Chiesa di Monreale ha scelto di pregare in suffragio del papa emerito Benedetto XVI, perché anch’egli è stato padre e dottore per tutti noi.
‘’Oggi, da tutte le comunità parrocchiali della nostra diocesi, - ha affermato l’arcivescovo nella sua omelia- si innalza al cielo la comune preghiera per il papa emerito. Anche noi, convenuti qui nella nostra cattedrale, dobbiamo sentirci uniti a tutti i sacerdoti, i diaconi, i religiosi/e, i consacrati/e, a tutti i fratelli e le sorelle che, in queste ore, celebrano la Santa Messa con la stessa nostra intenzione. Questa convergenza di intenzioni e di celebrazioni vuole essere segno di quell’unità ecclesiale che sempre papa Benedetto ha perseguito. Il teologo Joseph Ratzinger fu uno degli attori principali della riflessione che ha accompagnato il Concilio Vaticano II, per lui il rinnovamento e l’unità della Chiesa furono le luci che lo guidarono anche nel suo servizio apostolico. Non tradendo il suo stile di semplicità, Benedetto XVI ha lasciato un testamento spirituale che contiene ed esprime tutta la profondità interiore e intellettuale che lo hanno caratterizzato’’.