Carissimo direttore,
tutti noi lamentiamo da tempo che nella nostra città ricca di storia, di arte, di cultura, paradossalmente non ci sia una libreria, tipo Feltrinelli o Mondadori, un luogo dove i bambini, i ragazzi, gli adulti possano immergersi nei loro sogni, coltivare le loro aspirazioni, rafforzare e consolidare le loro conoscenze.
In effetti,anche la biblioteca comunale non sembra adeguatamente fornita, né le tre edicole presenti in città, seppure volenterose ed apprezzabili per il loro impegno, riescono a soddisfare le esigenze dei lettori più avvertiti.
Questa lacuna è indice di una scarsa sensibilità nei confronti della lettura o, piuttosto, di un modo diverso di leggere in una società dove il digitale ha preso il sopravvento?
Eppure, numerose e tutte aventi valore scientifico sono le ricerche che evidenziano l’importanza della lettura su carta, soprattutto nei primi anni di vita del bambino.
Leggere non è una dote naturale negli esseri umani; bisogna impararlo e, soprattutto, bisogna imparare a “leggere in profondità”. Ciò richiede tempo e concentrazione, ma si favorisce lo sviluppo del pensiero critico, la capacità di riflessione, l’immaginazione, l’empatia, ossia la capacità di identificarsi negli altri e di prendere il volo verso mondi completamente nuovi. E’ stato già da tempo dimostrato quanto sia attivo il cervello del bambino mentre ascolta racconti ed interagisce con la madre.
Tutti noi ricordiamo come ci siamo lanciati giù nella tana della lettura nel Paese delle Meraviglie e come abbiamo combattuto contro ogni genere di mostri, di draghi o come abbiamo ammirato l’eroe coraggioso o il principe azzurro! Sempre, comunque, siamo stati trasportati in luoghi molto lontani dalla nostra città e, sempre, abbiamo provato emozioni che altrimenti non avremmo mai potuto immaginare.
Possiamo, senza alcun dubbio, affermare che abbiamo imparato a leggere ed a pensare in un modo fondamentale per il resto della nostra vita.
Ora, gli scienziati che hanno studiato il funzionamento della mente umana ci ricordano che leggere su carta stampata o su schermo digitale provoca sostanziali differenze sullo sviluppo cognitivo dei bambini.
La lettura su mezzi digitali e l’immersione quotidiana tra i videogiochi, impediscono la formazione dei processi cognitivi profondi. Vivere bombardati da stimoli continui significa non porre la giusta attenzione e rimanere nella superficie delle cose, significa non memorizzare i concetti più importanti. Gli psicologi definiscono questa modalità di lettura “mente da cavalletta”.
Non sono pochi, infatti, i genitori che lamentano un deficit dell’attenzione nei loro figli e di una reale motivazione a costruirsi il proprio mondo interiore.
Cosa fare, dunque, per aiutare i nostri figli e nipoti ad affrontare il domani? Certamente occorre evitare di mettere un giocattolo tecnologico in mano al bambino almeno nei suoi primi anni di vita. Il tablet non può essere scambiato per un ciuccio! Dire di no, ogni tanto, può aiutare il bambino a crescere.
Il bambino ha bisogno dei genitori che lo guardano, gli parlano e gli leggono fiabe, storie…. possibilmente la sera prima di addormentarsi.
E’ fondamentale, dunque, prima consolidare la capacità di lettura su carta e solo poi aprire il bambino al mondo tecnologico. In tal modo, sarà possibile trovare il giusto equilibrio tra la lettura lenta e riflessiva su carta e la lettura veloce sul digitale. Solo così, il bambino sarà pronto per il mondo di domani.
Da qui, la nostra responsabilità di individuare prima possibile i bambini che non hanno ricevuto un’esperienza prescolare di qualità e che possono essere rimasti indietro nello sviluppo del linguaggio e fornire loro tutti gli stimoli necessari per il loro pieno sviluppo cognitivo.
Non è cosa semplice, ma neanche impossibile. Intanto, potremmo cominciare con il potenziare la biblioteca comunale per renderla il luogo privilegiato dove i bambini, tutti i bambini, possano trovare il tempo e lo spazio dove sviluppare il loro potenziale umano.
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