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''Io pago chi non paga'': la lotta al racket di Addiopizzo e la testimonianza dell’imprenditore Giovanni Sala

Incontro da remoto con gli studenti della scuola “Armaforte” di Altofonte

ALTOFONTE, 22 aprile – Gli alunni dell'istituto Armaforte di Altofonte, delle classi seconde della scuola secondaria di I grado hanno partecipato ad un incontro da remoto con i rappresentanti del Comitato Addiopizzo, impegnato dal 2004 nella lotta al racket delle estorsioni mafiose e al fianco degli imprenditori onesti che si ribellano alla prepotenza dei criminali che ambiscono al controllo del territorio.

Il comitato promuove una rivoluzione culturale contro le mafie attraverso una strategia basata su tre aree d’intervento: consumo critico, assistenza alle vittime del racket, inclusione sociale.
All’incontro era presente Giovanni Sala, titolare di una cava di Altofonte, che con l’aiuto di Addiopizzo, ha trovato il coraggio di denunciare e fare arrestare i suoi estorsori dopo aver subito minacce ed estorsioni per diciassette lunghi anni.
La toccante testimonianza ha suscitato molto interesse da parte degli alunni che hanno partecipato attivamente al dibattito con molte domande e considerazioni personali sull’argomento.
Scopo dell’incontro è stato quello di indicare, con le testimonianze e gli esempi, la possibilità di partecipare alla lotta alla mafia con la consapevolezza che, con piccoli gesti quotidiani, si possa fare qualcosa di concreto attraverso il consumo critico, privilegiando, con i propri acquisti, quelle aziende che si stanno muovendo nella direzione della sostenibilità sociale e ambientale e, nel caso particolare, quelle che si rifiutano di pagare il pizzo a Cosa Nostra e che con coraggio e determinazione difendono la propria libertà.