Dal 30 agosto al 2 settembre la terza edizione della festa di ‘Avvenire’

Si svolgerà a Terrasini, Cinisi, Capaci, Isola delle Femmine

MONREALE, 27 agosto – Il prossimo giovedì 30 agosto inizierà la terza edizione della Festa di Avvenire, il quotidiano nazionale dei Vescovi Italiani che si concluderà domenica 2 settembre con la Lectio Magistralis di monsignor Josè Tolentino Casaḉa de Mendoḉa, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Tra gli ospiti il cardinale Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per le Comunicazioni Sociali della Santa Sede, monsignor Giuseppe Sciacca, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, Mario Primicerio, presidente della Fondazione “Giorgio La Pira”, Angelo Scelzo, già Vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Costantin Preda, Biblista dell’Accademia Teologica di Bucarest, Il Comandante provinciale Carabinieri di Palermo, Colonnello Antonio di Stasio e Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.

L’evento è organizzato dall’Associazione culturale “Così, per.. passione!” di Terrasini e dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Arcidiocesi di Monreale in sinergia e stretta collaborazione con la Direzione e Redazione di Avvenire e il tema, filo conduttore, della festa è il “Discorso della Montagna” di cui ai Vangeli: le otto beatitudini menzionate in Matteo e considerate dai credenti e non, per il loro carattere e i loro risvolti sociali, un modello per vivere “beati”, gioiosi.
Il programma di queste 4 giornate è molto fitto e intenso: celebrazioni liturgiche arricchite da catechesi e incontri, momenti di dialogo, riflessioni e approfondimenti da offrire a tutti coloro che siano predisposti a mettere in comune la tensione ad un reale, profondo confronto; incontri e scambi di idee, opinioni, esperienze, tra personalità del mondo ecclesiale, personaggi della politica locale e nazionale, intellettuali, giornalisti, artisti, e tanti cittadini dei paesi coinvolti e delle comunità del territorio.
I dibattiti e dialoghi che si susseguiranno in questi giorni saranno guidati e moderati dal Direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, dall’inviato Alessandro Zaccuri e Alessandra Turrisi, giornalista di Avvenire e del Giornale di Sicilia, e si svolgeranno a Terrasini, Cinisi, Capaci e Isola delle Femmine in cui saranno protagoniste sia le comunità ecclesiali dei rispettivi paesi sia i luoghi di interesse storico culturale come il Palazzo D’Aumale di Terrasini grazie alla disponibilità dell’Assessore Sebastiano Tusa, assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, della direttrice del Polo Museale Riso-D’Aumale Valeria Patrizia Li Vigni e il direttore del Museo D’Aumale Ferdinando Maurici.
Alcune singolarità della festa saranno: il 30 agosto alle 10.30 l’incontro di Azione Cattolica a Capaci in cui si rifletterà sulla figura di Giorgio La Pira alla presenza anche del vice postulatore della causa di beatificazione di La Pira, fra Llewellyn Muscat; il 1 settembre a Isola delle Femmine, la 13° Giornata per la Custodia del Creato, “Coltivare l’alleanza con la terra” a cura dell’Ufficio Pastorale Sociale del Lavoro dell’Arcidiocesi di Monreale; Giovedì 30 agosto, il concerto della Fanfara del 12° Battaglione Carabinieri “Sicilia” a Cinisi.
Così monsignor Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, che ha fortemente voluto questo evento nell’introduzione ci provoca con alcune domande: “Le beatitudini sono la carta d’identità per chi vuole ancora dirsi cristiano, o sono parole che, pur avendo il fascino della bellezza e il profumo della poesia, appartengono alla grande utopia di Gesù Cristo che non ha, purtroppo, cambiato il mondo? Esse possono essere messe in pratica da alcuni eletti o sono patrimonio dell’umanità, sono valide per la vita futura o anche per il presente?
Noi cristiani del ventunesimo secolo ci dobbiamo sentire ancora sfidati dal provocatorio rimprovero di Friedrich Nietzsche: «[I “cristiani”] dovrebbero cantarmi canti migliori perché io impari a credere al loro “redentore”: più gioiosi dovrebbero sembrarmi i suoi “discepoli”!». In questi giorni siamo chiamati a lasciar risuonare per ciascuno di noi, chierico o laico, la nuda “domanda”: è possibile vivere le beatitudini evangeliche qui e ora, nella nostra vita personale come in quella sociale?