Spunterà ancora l’arcobaleno

MONREALE, 11 aprile - In un periodo in cui ogni giorno attendiamo il bollettino della Protezione Civile con la stessa trepidazione con cui fino a un mese fa gli appassionati di calcio aspettavano l’inizio di una partita di cartello, arriva una Pasqua strana, inedita, che forse non ci sembra nemmeno Pasqua.

Lo stare insieme con familiari ed amici nel giorno in cui la Chiesa festeggia la resurrezione di Cristo o l’allegria delle grigliate del giorno di Pasquetta cederanno il posto ad un clima particolare in cui siamo chiamati ad osservare ancora il regime di quarantena, per difenderci da un virus che ha già fatto quasi ventimila morti in Italia. Perlomeno stando ai dati ufficiali.
In cui giorno in cui lo sconforto, pertanto, sembra destinato a prendere il sopravvento sull’ottimismo, non possiamo dimenticarci di rivolgere un pensiero a chi, per vari motivi, da questo maledetto coronavirus ha ricevuto unghiate che hanno prodotto ferite profonde e che lasceranno cicatrici perenni.
Pensiamo a chi, a causa del Covid, ha perso un proprio caro o a chi lo ha perso per altre ragioni ed a lui - proprio a motivo della pandemia - non ha potuto dare nemmeno l’ultimo saluto, mettendosi dentro un magone che difficilmente riuscirà a smaltire.
Pensiamo a chi, stanti le restrizioni del lockdown, doloroso ma necessario per arginare il contagio, nel giro di un mese sta vedendo venir meno tutte le sicurezze economiche che aveva maturato nel corso degli anni e adesso fa i salti mortali per assicurare la sopravvivenza alla propria famiglia.
E il nostro pensiero lo rivolgiamo, infine, pure a chi ha visto spazzare via quelle piccole entrate con le quali tirava avanti, ritrovandosi “ospite” involontario di un programma assistenziale, che per fortuna si è messo presto in moto, dal quale trae il sostentamento basilare, almeno per accendere il gas sotto la pentola. Per tutti questi non sarà affatto una buona Pasqua. Sarà una Pasqua di tristezza, di preoccupazione, di angoscia.

Arrendersi, però, deve essere l’ultimo dei nostri pensieri, l’ultima delle ipotesi da mettere in campo, che rifuggiamo in un battito di ciglia e senza indugio. Come dire: anche dopo la più violenta tempesta spunta sempre l’arcobaleno. Soprattutto se pensiamo a chi sta conducendo una battaglia leonina, riducendo o anche annullando le proprie esigenze personali, mettendo il proprio piccolo mattoncino per costruire il tanto agognato ritorno alla normalità.
Come non pensare ai tanti medici che mettono a rischio la propria vita (più di cento in tutta Italia l’hanno già persa) per alleviare, assieme al personale sanitario, le sofferenze di chi è stato contagiato e spera nell’aiuto della scienza per uscire indenne dalla malattia?
Come non ammirare l’indispensabile supporto della Protezione Ciivile, pronta H24 a dare una mano a chi è in difficoltà anche negli angoli più lontani del nostro Paese? O l’azione encomiabile del volontariato e degli enti caritatevoli, impegnati in una gara di solidarietà che come vincitori ha solo coloro che stanno male fisicamente e moralmente?
Per la fondamentale presenza di tutti questi, per l’energia che ci infondono, per non trasmettere ai nostri figli il messaggio della sconfitta e della rassegnazione, abbozzare un sorriso si può, abbozzare un sorriso si deve.
Buona Pasqua.