Masino Buscetta è ''Il traditore'' nel film di Marco Bellocchio regista

Masino Buscetta è stato il primo pentito di mafia, che consentì ai Giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di comprendere l’organizzazione di “Cosa Nostra” e di portarne i capi in tribunale.

Buscetta, nella sua ouverture al maxi processo contro la Mafia, dichiarò: “La Mafia non esiste più, perché è stata soppiantata da Cosa Nostra; in ogni caso sono stato e resto un uomo d’onore”. Nel Film “Il traditore” prima data di uscita il 24 ottobre 2019 (Portogallo), andato in onda su Raiuno lunedì sera, non si può non dare ai Cesari ovvero Pier Francesco Favino e Luigi Lo Cascio la palma d’oro per l’interpretazione ruggente e crudamente reale di Don Masino Buscetta e Salvatore Contorno, che nel film e nella vita reale è stato il più fedele tra gli amici di Don Masino, fino all’ultimo giorno della sua esistenza e della vita vissuta nelle più belle città del Brasile, dell’Amazzonia, tra lussi estremi e mogli bellissime che procrearono nidiate di figli a Don Masino.

Quando al Maxi Processo di Palermo, don Masino dichiara che la Mafia non esiste più e non esistono più uomini d’onore, mi sovviene in memoria il Prof. Salvatore Francesco Romano ed il suo libro “Storia della Mafia” adottato dal mio Prof. Pietro Mazzamuto, direttore dell’Istituto di Filologia Siciliana dell’Università Degli Studi di Palermo Facoltà di Lettere e Filosofia. Secondo Salvatore Francesco Romano, nel suo libro Storia della Mafia, la mafia è solo un acronimo di Morte Ai Francesi Italia Anela. In sintesi il Prof. Romano ci riporta ai Vespri Siciliani ed alla Rivolta del lunedì di Pasqua, scoppiata durante la funzione serale dei Vespri del 30 Marzo 1282 sul sagrato della chiesa palermitana del Santo Spirito.

scatenare il mare magnum fu la reazione al gesto di un soldato francese che si era rivolto in maniera maleducata ad una giovane nobildonna siciliana, accompagnata dal marito. A difesa della moglie, l’uomo riuscì a sottrarre la spada al soldato francese e a ucciderlo. Al grido di Mora, i Palermitani si abbandonarono ad una vera caccia ai Francesi, fenomeno che dilagò in tutta la Sicilia, con la terribile carneficina dei Francesi. Sterzando il timone della mia analitica ricostruzione storica del fenomeno mafioso, ritorno al film il Traditore sottolineando che il film narra crudamente l’eterno conflitto tra Buscetta e Pippo Calò, dipinto come il più grande traditore nella storia degli uomini d’onore siciliani. Nelle 10.000 pagine del Maxi Processo Palermitano contro Cosa Nostra, c’è di tutto e di più.
COPYRIGHT©BY SALVINO CAPUTO