Quando l’informazione arriva da chi lavora sul serio, in un settore trainante per l’economia e decisivo per l’equilibrio sociale, soprattutto per gli attori coinvolti ,che vanno sempre tutelati. Solo così si iniziano a tracciare davvero le linee del futuro del gioco in Italia.
Se prima si analizzavano solo scenari ipotetici, oggi il dibattito è concreto. Le norme si muovono, i numeri parlano. E anche cittadini, operatori, player iniziano a capire che qualcosa sta cambiando. Non è solo una questione di gioco: è una trasformazione normativa. E anche culturale. Si parla di rivoluzione. E secondo me inizia proprio dall’online, che oggi rappresenta il passaggio più rischioso prima di arrivare al fisico.
Dalla spesa ai punti: la geografia del gioco legale è cambiata
Parlando di numeri, tra il 2019 e il 2024, come riportano i dati ufficiali, la spesa online è salita in modo vertiginoso, mentre i punti fisici sono calati.
Ma non è un crollo: è un riequilibrio. Gli utenti non hanno smesso di giocare. Hanno solo cambiato canale. Gli operatori oggetto della prossima riforma normativa lo sanno bene: chi non ha saputo adattarsi è rimasto indietro. Chi invece ha investito in omnicanalità, tecnologia e consulenza, oggi ha un vantaggio reale.
Oggi chi ha o vuole aprire un centro scommesse fisico ha il dovere di accompagnare il cliente verso una dimensione digitale sicura e autorizzata. E chi lavora solo online o tramite PVR dovrebbe ricordarsi che la base, in Italia, è ancora fatta di persone che entrano in un bar, parlano, chiedono.
Riordino delle concessioni: inizia il conto alla rovescia
Il 2025 non sarà un anno qualunque. Lo sanno bene tutti quelli che lavorano nel settore, soprattutto chi si occupa di consulenza specializzata del mondo del gioco legale.
Lo ha ribadito anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha già avviato la procedura di selezione per le nuove concessioni online e intanto prepara il terreno per la grande riforma della rete fisica, prevista per il 2026. Se prima ci si limitava ad “aspettare il bando”, oggi si rischia di svegliarsi troppo tardi. Il futuro non va previsto. Va costruito. E per farlo, serve competenza vera. Per approfondire: Fonte ufficiale ADM sulla proroga delle concessioni
La differenza non la fa la licenza. La fa chi ti affianca
Aprire un centro scommesse non è come comprare un pacchetto in franchising. Serve conoscenza tecnica, fiscale, normativa. Serve qualcuno che parli chiaro e che ti accompagni non solo fino al contratto, ma per tutta la vita della tua attività. Ecco perché oggi, nel mercato, si stanno affermando progetti come:
CentroScommesse.bet: il primo sito italiano nato per guidare chi vuole aprire un centro scommesse legale, con guide, analisi e strumenti concreti, senza promesse da volantino.
Le parole chiave del futuro? Formazione, regole, rete vera
Chi pensa che il riordino sia un problema, non ha capito dove siamo. Il vero problema era prima: troppe licenze, troppe zone grigie, troppa mprovvisazione.
Durante l’ultima edizione di ENADA, operatori e tecnici hanno discusso pubblicamente della direzione del riordino.
Ne ha scritto anche MonrealeNews:
Aggiornamenti da Enada 2024: riordino del gioco online e sfide del settore
Ma oggi il sistema è più chiaro. La direzione è tracciata e punta su pochi principi semplici, ma decisivi: meno punti, ma più controllati. Operatori davvero preparati, non solo firmatari di contratti. Una rete territoriale con regole chiare, uguali per tutti. Per riuscirci, serve un patto. Tra Stato, concessionari e operatori locali. Non basta aggiornare una piattaforma: serve aggiornare la testa.