Una réunion degli Allievi Regionali del Monreale del 1981: una serata per celebrare l’amicizia e i valori di una volta
MONREALE, 13 giugno – C’è chi dice che lo sport un tempo fosse più autentico. Meno business, più passione. Meno individualismo, più squadra.
Per un gruppo di amici che, 44 anni fa, difendendo i colori del Monreale, quando disputava il campionato degli Allievi regionali, condivideva il sogno di inseguire un pallone su un campo polveroso, tutto questo è ancora vivo.
Quella squadra non era solo un gruppo di giovani calciatori. Era una famiglia. In campo e fuori. E oggi, a distanza di quasi mezzo secolo, quel legame resiste. È stato questo il cuore della recente rimpatriata tra vecchi compagni di squadra, un momento di memoria collettiva e profonda gratitudine.
“Allora il calcio era più semplice, sia nel linguaggio che nel gioco”, ricordano. “Ma soprattutto era scuola di vita. Il nostro mister, Totuccio Pupella, per noi era come un fratello maggiore. Non ci insegnava solo come stare in campo, ma soprattutto come stare al mondo, con rispetto delle regole e del prossimo”.
Un’epoca in cui lo sport era davvero accessibile a tutti: “Era tutto gratuito. Il presidente Carmelo Sorrentino ci forniva tutto, persino le scarpe. Oggi, purtroppo, lo sport non è più per tutti. Il calcio è diventato spesso un lusso, e tanti ragazzi restano fuori”.
Eppure, quei valori trasmessi sul campo continuano a vivere in chi li ha respirati da ragazzo. Fare sport, dicono, li ha tenuti lontani da strade sbagliate, vizi e cattive abitudini. Il calcio è stato guida, protezione, appartenenza.
L’emozione si fa palpabile mentre si snocciolano i nomi, come un appello della memoria.
Da sinistra a destra: Enzo Nicolosi, Filippo Balsano, Sandro Costa, Gigi Nicolosi, Mario La Piana, Mimmo Porrovecchio, Giuseppe Blandino, e il mister Totuccio Pupella. Accosciati: Giulio Ferraro, Giuseppe Ferraro, Rosario Viola, Rosario Signorello, Ludovico Mammina e Roberto Trapani.
Una foto d’epoca, uno sguardo complice, e un sentimento che non è mai svanito: l’amicizia, quella vera. Oggi come allora, inseguendo un pallone, ma con il cuore colmo di gratitudine per ciò che è stato.