Quel verde lasciato nel degrado, metafora di una Monreale abbandonata a se stessa

Riceviamo e pubblichiamo...

MONREALE, 30 novembre – Chi quotidianamente si trova a passare da piazzetta Europa, a pochi passi dalle scuole Veneziano e Novelli, può cogliere in pieno il livello di abbandono di uno dei pochi spazi verdi dentro il centro abitato.

Per avere chiaro quanta sia la mancata attenzione per la cura del verde e dei giardini in città, da parte dell’amministrazione comunale, basta buttare un solo occhio sulla villetta, anche per semplice curiosità. Lo sanno bene i residenti della zona, ma anche quanti giornalmente sostano, anche in doppia fila (altra piaga quotidiana totalmente ignorata dal sindaco e dalla sua Corte dei Miracoli), in attesa che i figli escano da scuola.
Le erbacce intanto crescono irregolari, coprendo e sovrastando le piante ornamentali. Le siepi, ormai, somigliano più a foreste che hanno invaso i vialetti e coperto i mattoni del perimetro delle aiuole. Senza contare poi i rifiuti che si ammassano dentro: bottiglie, cartacce, ombrelli rotti ed una gran quantità di cacca di cani a causa di quei “cessi” dei loro padroni che credono di recarsi alle latrine pubbliche. Per essere teneri, dire che viene il vomito è un eufemismo.

Eppure, un tempo questa villetta era un gioiellino di verde, orgoglio di questo angolo di città, ben curata e perfino periodicamente annaffiata. Oggi sembra che siano passati i Lanzichenecchi e tutto è nella totale incuria. Chi ha più anni sulle spalle ricorderà che per Natale la buonanima dell’albero al centro della villa veniva addobbato a festa con luci colorate, festoni e palle natalizie. Durante la precedente amministrazione negli ultimi due anni l’abete era pure tornato ad illuminarsi.
Invece, adesso, da un anno o poco più, l’albero è stato perfino mozzato a poco meno di tre metri di altezza, come un totem amerindo, forse un improbabile e fuori luogo tributo al Priapo ellenico. Si dirà che era malato. Ma stroncarlo così, c’è da chiedersi: che senso ha? Sarebbe bello saperlo dall’amministrazione comunale, ma sembra che siano troppo impegnati a fotografarsi per posare su Facebook in vista di un altro compleanno, un battesimo, una prima comunione… o per distribuire auguri e condoglianze ad ogni amico virtuale dei social network, per supportare il processo di beatificazione di “fra Alberto da Monreale”. Frattanto sulla cima del tronco segato si è posato un gufo di legno, opera di un buon artigiano, "mastro Enzo", che sembra voglia ricordare che con la motosega si possono sbozzare opere d’arte e non solo tagliare così indegnamente a “mentula canis” gli alberi che, invece dovrebbero essere considerati vita pura.

Cosi la città va a rotoli nonostante il fiume di denaro giunto da Roma nel periodo post Covid per il rilancio delle economie locali. Ora immaginiamo di avere il tempo di contare quanti giorni ancora passeranno prima di intervenire. Azzardiamo che verranno pregati i volontari percettori del reddito di cittadinanza per provare a nascondere l’evidente fallimento e la “malafiura” di questa amministrazione. Di certo non potranno mai dire che non se ne erano accorti, quasi fossero ciechi o non andassero mai per qualche servizio o compera nei negozi che si affacciano proprio lì. C’è da sperare in un sussulto di orgoglio e in un tempestivo intervento mettendo fine ai fiumi di brodo ed alle colonne di fumo senza carne, alle chiacchiere e tabacchiere di legno delle quali la città può fare volentieri a meno!

* ex deputato e residente del civico 32 di via Archimede