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La gestione delle risorse idriche passa all’Amap fra timori e rassicurazioni

| Caterina Ganci | Cronaca varia

 L’ex assessore D’Alcamo: “Le bollette raddoppieranno”. Pupella: “Passaggio imposto dalla legge”

MONREALE, 5 ottobre – Il Comune trasferirà ad Amap le reti idriche di Monreale e i mezzi, mentre il personale comunale del servizio idrico avrà la facoltà di transitare. La società, quindi, gestirà per trent’anni il servizio idrico integrato per conto dell’ATI.

La questione della gestione del bene pubblico e del relativo passaggio alla società palermitana è passata qualche settimana fa dall’aula consiliare, con il voto favorevole della maggioranza e con il disaccordo delle forze di opposizione. Il servizio, gestito finora “in house”, sarà esternalizzato.

La notizia della consegna degli impianti alla società individuata dalle aree metropolitane fa storcere il naso all’ex assessore dell'amministrazione Capizzi, Santo D’Alcamo. “Bastava proseguire il percorso iniziato durante il mio assessorato - dice - portando avanti i progetti per la realizzazione delle opere, attraverso la richiesta di finanziamenti. Dal 2014 al 2019 - prosegue - abbiamo attivato le procedure per la realizzazione del depuratore a Grisì e del collettore fognario a valle di Pioppo. Avviata anche la sistemazione di parti significative della rete idrica e fognaria. Oltretutto abbiamo attivato un sistema di monitoraggio della rete. L'acquedotto è un servizio - aggiunge - non rappresenta una perdita. Considerato che gli introiti si aggirano intorno ai 3milioni di euro, attraverso queste entrate si possono coprire i costi per rendere efficiente il servizio. Non capisco né la motivazione, né i benefici del passaggio all'Amap, visto che la cessione comporterà anche il raddoppio del costo della bolletta.
Appare solo come una perdita quella di far gestire ad altri le nostre risorse. Il passaggio ci fa perdere la gestione delle sorgenti e il nostro è un Comune autonomo, anzi eroghiamo acqua anche ad altri territori come Partinico e Alcamo. È un’attività – termina - che produce 800mila euro l’anno”.

Ma per l’assessore ai Servizi Idrici e Interventi Manutentivi generali, Geppino Pupella si tratta di un passaggio obbligato. “La legge regionale 19 del 2015 – spiega - obbliga i Comuni che non hanno i requisiti di salvaguardia a cedere il proprio patrimonio infrastrutturale. Il territorio è dotato di sorgenti di qualità ma – aggiunge - mancano la rete idrica e il sistema di depurazione efficiente. È un atto dovuto e impone che tutte le città debbano far parte dell’Ato. L’amministrazione Capizzi aveva già aderito all’Ato, mentre la gestione era rimasta in house. Se da una parte Monreale possiede delle sorgenti pregiate, lo stato della rete idrica e di quella fognaria non è idoneo, vedi Grisì e Pioppo. Elementi per cui Ati ha deciso che non abbiamo i requisiti di salvaguardia. Noi abbiamo provveduto con le opere nei quartieri Ciambra e Carmine. Abbiamo ricevuto anche una nota da parte del Ministero dell’Interno che ci chiede come mai non sia ancora avvenuto il passaggio. Per quanto riguarda la richiesta dei finanziamenti - conclude - negli ultimi 20 anni le risorse non sono più date ai singoli comuni ma all’Ati".

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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