Maleducazione al potere: i cartoni delle pizze abbandonati sulla scalinata della Collegiata

A nulla sono valsi gli appelli del rettore: ogni sera è sempre la stessa vergogna

MONREALE, 19 dicembre – Rispetto per la cosa pubblica? Nessuno. Per un luogo sacro? Ancora meno. Per il lavoro altrui? Zero. Da tanto tempo, ormai, purtroppo, alcuni ragazzi scambiano la scalinata che porta al Santuario della Collegiata per le loro discarica personale.

Il malcostume va avanti da tempo e prevede ormai un copione consolidato: alcuni giovani, soprattutto la sera, si recano a mangiare la pizza e a bivaccare sulla scalinata della chiesa, poi – come se niente fosse – vanno via abbandonando a terra o sulla balaustra i cartoni, le lattine delle bibite, le bottiglie di birra. Uno scempio dal punto di vista estetico, un gesto di grande maleducazione dal punto vista civico. Soprattutto una mancanza totale di rispetto nei confronti, non solo di don Giuseppe Salamone, il rettore del Santuario, che da dieci anni ogni mattina provvede personalmente a spazzare, ma soprattutto dell’intera comunità monrealese, tanto affezionata a quei luoghi, per la devozione nei confronti del Santissimo Crocifisso.
A nulla sono serviti i tentativi amichevoli di dialogo. A nulla è valso l’aver installato un cestino che ogni giorno viene svuotato dal sacerdote, dove peraltro qualcuno va pure a depositare pure i bisogni del proprio cane. A vincere è sempre la maleducazione, per usare un termine siciliano molo efficace, la “vastasarìa”.

Della questione è stata infornata pure l’amministrazione comunale, nella speranza flebile di ottenere una inversione di tendenza, che finora purtroppo non c’è stata.
Auspicabile sarebbe un giro di vite dei controlli delle forze dell’ordine, considerato che non hanno prodotto nessun risultato sperare nel senso civico di questi giovani, così come un garbato dialogo con essi. Ancora una volta chi perde è tutta la nostra comunità, offesa ed oltraggiata da gesti incivili che – anche solo con un minimo di senso civico – dovrebbero essere evitati.