La "Croce del riscatto", nel ricordo del piccolo Giuseppe Di Matteo

Monsignor Pennisi: "I carnefici non sfuggiranno al giudizio di Dio"

SAN CPIRELLO, 9 maggio - Nel luogo dove i carnefici della mafia sciolsero nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo, dopo 779 giorni di prigionia, volendo punire con questo terribile gesto il padre diventato collaboratore di giustizia, sorge adesso una croce, simbolo di risurrezione e riscatto.

L'iniziativa l'ha realizzata il Centro Studi "Parlamento della Legalita'", associazione che da anni e' impegnata a promuovere la cultura della legalita', specie nel mondo della scuola. La giornata ha preso il via con l'accoglienza di autorita' e cittadini presso la sede nazionale del Parlamento della legalita' a San Cipirello. Quindi un corteo ha raggiunto il "Giardino della memoria", dove venne segregato e successivamente ucciso Giuseppe Di Matteo. Qui è stata inaugurata la "Croce del riscatto", alla presenza di Franca Castellese, mamma del bambino trucidato da Cosa nostra. L'arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, ha quindi una messa. Alla manifestazione hanno preso parte numerose scuole del territorio, tra cui le monrealesi: "Guglielmo II", la Morvillo, la Pietro Novelli, la Monreale II e la Veneziano.

"Questa celebrazione eucaristica in cui rendiamo presente il mistero della passione, della morte e della risurrezione del Signore Gesù - ha detto monsignor Pennisi nel corso della sua omelia - vuole esprimere il nostro profondo dolore, la nostra vicinanza alla signora Franca e a tutti i genitori delle vittime innocenti della criminalità mafiosa, ma anche la nostra speranza nella sconfitta della cultura della morte e dell'affermarsi della cultura della vita.

Esprimiamo la più dura condanna per chi ha commesso questo atroce delitto che denota la mancanza del santo timor di Dio e dei valori morali fondamentali - ha proseguito l'arcivescovo di Monreale - a partire dalla la sacralità della vita umana e dal rispetto degli elementari diritti dei bambini.
Noi siamo sicuri che il piccolo Giuseppe, come i santi innocenti uccisi da Erode, è un fiore meraviglioso nel giardino di Dio, è una nuova stella che brilla nel firmamento del cielo, è nel cuore di Dio ricco di misericordia circondato dagli angeli e i santi. La sua morte - ha concluso il presule - non può farci dimenticare coloro che brutalmente lo hanno ucciso, come i mandanti e i complici di questo orrendo delitto. Anche se essi dovessero sfuggire alla giustizia umana, se non daranno segni di vero pentimento e di riparazione del male fatto, non sfuggiranno alla giustizia di Dio".

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto pervenire un proprio messaggio ai componenti del Parlamento della Legalita'.