Una visione sacra e accademica dell'abbazia di San Martino

Ancora una bella iniziativa dell'associazione "Mons Realis"

MONREALE, 22 settembre – Sveliamo Monreale ai monrealesi e non solo. Questo è l'obiettivo che si propone l'Associazione culturale Mons Realis programmando una serie di visite guidate del vasto patrimonio monumentale della nostra cittadina e degli innumerevoli siti storici siciliani, che saranno, di volta in volta, "svelati" attraverso la guida d'eccezione di Jean Paul Barreaud.
L'incontro di sabato pomeriggio, incentrato sul sito monumentale dell'abbazia di San Martino delle Scale, ha visto la partecipazione di un folto gruppo di persone e ha interessato tutti fornendo spunti e informazioni legati all'origine e alla sua evoluzione nei secoli.

L'approccio storico, filtrato attraverso la profondità spirituale di Frate Bernardo, ha coinvolto i presenti nel monastero, fondato dal beato Angelo Sinisio, mentre il carisma e la genialità di Jean Paul Barreud hanno poi integrato e condito la forbita descrizione del frate, con spunti inediti e notizie frutto di ricerca e approfondimento tipiche della sua vastissima cultura.

La visita, quindi, con un cambio di programma, quasi inaspettato, legato al grande spirito ospitale di frate Bernardo, ha fornito una doppia visione ai partecipanti, permettendo loro di apprezzare gli spunti legati alla quotidianità dell'ordine benedettino nei secoli e al loro ideale monastico e quelli legati agli eventi storico-culturali inediti che magistralmente ha saputo fornire Jean Paul Barreaud.

Doppia visione, quindi "sacra e accademica" che hanno caratterizzato l'evento programmato, facendo apprezzare il coro di San Martino, un prezioso esempio della fioritura manierista della fine del XVI secolo, arricchito da una serie di tele, appartenenti al pittore napoletano De Matteis, raffiguranti scene della vita di San Benedetto e della comunità monastica.

I presenti hanno poi potuto apprezzare angoli dell'abbazia solitamente non visitabili, come la sacrestia arredata con banconi lignei iniziati da Nunzio Ferraro e completati da Domenico Dionisi tra il 1607 e il 1617, e dulcis in fundo, il ricco manto regale musulmano donato, nella seconda metà del 1400, dal monaco Giuliano Mayali, ambasciatore del Re Alfonso presso il Bey di Tunisi e che, ancora perfettamente conservato, fa parte del tesoro dell'abbazia.