Il Duomo di Monreale visto da Jean Paul Barreaud, un magico scrigno di “preziosi insegnamenti”

Una visita al monumento normanno con una guida d'eccezione. LE FOTO

MONREALE, 8 settembre – Imparare la sicilianità da un francese è quasi un paradosso, ma sentirsi orgogliosa di questa nostra terra e della sua enorme ricchezza monumentale e paesaggistica al pari di una mente illuminata, quale è quella di Jean Paul Barreaud è certamente un privilegio.

Questo è sicuramente il sentimento che è prevalso ieri nel corso della visita del duomo di Monreale alla "luce" delle interpretazioni simbolistiche ed esoteriche dello studioso e ricercatore Jean Paul Burreaud.
Evento, organizzato dall'Associazione Mons Realis, che ha riscosso un notevole successo, malgrado la forte calura "sicula" di un primo pomeriggio d'inizio settembre, in un'ora nella quale di solito si preferisce fare una siesta "araba" all'ombra di un ulivo, la cui simbologia concilia un sonno che ritempra corpo e mente, o ancora meglio rinfrescarsi nelle meravigliose acque dalle quali nacque "Afrodite". La cui nascita mitologica sembra sia proprio avvenuta nei nostri mari.

Dalle descrizioni dei testi greci e le rappresentazioni botticelliane si può desumere, infatti, che sia Trapani il luogo natale della Dea Venere, sorta dalla schiuma (dal greco aphros) del mare, appoggiata su una conchiglia e questo spiega la nostra "presuntuosa consapevolezza di vivere nel luogo dal quale ha origine la bellezza universale" .
La descrizione dei luoghi con citazioni storiche precise e pindarici riferimenti alle culture ebrea e araba ci hanno fatto vedere e gustare i mosaici, l'architettura, in una parola, la magnificenza del nostro duomo come nessun monrealese avrebbe saputo fare meglio.

Il Presidente dell'Associazione, Angelo Granà, dopo una full immersion di cultura allo stato puro condita da un alone di magia, che il folto gruppo di partecipanti ha seguito con interesse, ha invitato tutti per un altro importante appuntamento, previsto per il 21 settembre all'Abbazia di San Martino delle Scale.